giovedì 30 aprile 2020

La prima notte di nozze


Dopo qualche anno di fidanzamento sul finire degli anni sessanta Primo e Valeria convolarono a nozze. In paese era usanza fare il pranzo di nozze nel salone delle feste del Circolo operaio. E così fu anche per Primo e Valeria.

Finto il pranzo e balli conseguenti, verso le sei del pomeriggio i due sposi si congedarono da parenti e amici e andarono nella loro nuova casa che era quasi alla periferia del paese ma vicina ad altre abitazioni.

Era una vecchia casa della famiglia che Primo aveva ristrutturato per andarci a vivere con la Valeria. In quegli anni non c'era l'abitudine a fare il viaggio di nozze. Sopratutto per ragioni economiche.

Aveva poche stanze, tre da terra a tetto, una cucina a pianoterra, al primo piano una camera da letto, e all'ultimo una soffitta che oggi chiameremo mansarda.

Era affacciata sulla strada e a destra e attaccata ad altre case. Da una parte ci abitava la Filomena, una vecchietta sugli ottant'anni, dall'altra Armando e la Luciana, marito e moglie sui sessant'anni.

Arrivati a casa, a piedi, chiusero la porta per passare la tanto agognata prima notte di nozze. 

Il fidanzamento a quel tempo non prevedeva uscite solitarie dei due innamorati. Ma si passavano le domeniche in casa dei rispettivi genitori, con le nonne a fare da cane da guardia.

Le poche concessioni concedevano di stare seduti accanto sulle sedie magari tenendosi la mano, ma al minimo accenno di bacio o di una carezza, la nonna che lavorava ai ferri emetteva un colpo di tosse che sembrava più il ringhio di un mastino napoletano.

Quindi vietato toccarsi e figurarsi se era permesso una qualsivoglia esplorazione reciproca del corpo umano. Gli unici baci ammessi erano al momento del congedo, sulla guancia e sempre sotto gli occhi del mastino.

Primo e Valeria si erano scambiati qualche bacio sulle labbra ma con tante attenzioni. Uno alla festa annuale del patrono dietro l'altare dove cantavano nel coro. Un'altro mentre la nonna si era assopita in salotto.

E ora, finalmente, avrebbero potuto dare sfogo alle voglie represse. Salgono nella camera da letto dove troneggiava un vecchio letto di ferro e furono baci e furono carezze come canta Faber mentre le mani di Primo erano impegnate a slacciare il corpetto del vestito della sposa.

Valeria rossa come un peperone ansimava emettendo mugolii. "O Primo - sospirava - O Primo..!"... "Cristo santo! Ma chi l'ha legato questo coso! - imprecava Primo - ora piglio le forbici!"

Finalmente Primo ce la fece a slacciare il corpetto. Valeria si finì di spogliare restando in sottana mutane e reggipetto. Primo invece aveva fatto come Superman al contrario, si era liberato dei vestiti in un lampo rimanendo in mutandoni.

Valeria un pò di vergogna la provava per essere così poco vestita davanti a un uomo, anche se ora era suo marito. Primo, al contrario, non vedeva l'ora dopo tanti anni di cogliere il frutto del suo amore.


La Valeria si avvicina al letto e si mette sotto le coperte. Primo, dall'altra parte del letto con un balzo degno di un puma salta sul letto. E il letto crollò...

Il letto di ferro era stato sbullonato dagli amici di Primo per fargli uno scherzo. Il peso di Primo, che non era proprio un fuscello, fece crollare il letto e la testata dove al centro c'era dipinta una Madonna con il bambino lo colpì nella testa.

Valeria era caduta sul pavimento senza danni, Primo invece era sotto la testata del letto e non dava segni di vita. "Primo! Primooo!". Si alzò dal pavimento e provò ad alzare la pesante testata di ferro. 

Primo era a testa in giù e sul lezuolo c'era già del sangue... "Oddio è morto - urlava Valeria - sono vedova!" ... e pensava a che sfortuna l'aveva colpita... la prima notte di nozze e sarebbe rimasta illibata...

Intanto Armando, seguito dalla moglie, aveva sentito il trambusto e le urla e era andato a bussare alla porta di Primo e Valeria.

"Aprite, che è successo?" chiamava Armando... La Filomena si era affacciata alla finestra e chiedeva cosa era successo... La Valeria si era avvolta in un lenzuolo e scese ad aprire.

Armando salì vide la scena, spostò la testata e rigirò Primo a pancia in su. Gli poggio la testa sul petto e sentì che il cuore batteva. "Un è morto!" disse a Valeria.

"Moglie, va da Beppino al bar e digli che chiami l'ambulanza" disse alla Luciana. Intanto cercava di tamponare con un asciugamano il taglio nella testa di Primo mentre la Valeria seduta su una seggiola piangeva a dirotto.

"Un è nulla, è un taglio e deve essere svenuto - gli diceva Armando - un ti preoccupà". Arrivarono quelli dell'ambulanza con la barella, caricarono il povero Primo che nel frattempo si era risvegliato e chiedeva dove fosse e chi erano tutti quelli attorno a lui.

Armando disse alla Luciana di rimanere con la Valeria che lui sarebbe andato dietro all'ambulanza fino all'ospedale per sincerarsi delle condizioni di Primo.

Nell'uscire dalla casa la Filomena lo chiamò "O Armà che è successo?" Ho visto uno sulla barella"... "Nulla è Primo che s'è fatto male ma poca robba" disse Armando ... "Primo ha ammazzato il maiale?" chiese Filomena che era sorda e usava uno specie di cono di ottone infilato nell'orecchio per sentire ... 

"No, s'è fatto male con il letto" tentò di spiegare Armando che voleva solo andare via "Male con il petto?...  della Valeria?"... "Seee bonaaaa..." e Armando corse verso la piazza.

Ricoverarono Primo con un trauma cranico, e dieci punti di sutura e la momentanea amnesia gli era passata. Gli amici quando dopo qualche si era un pò ripreso andarono a trovarlo e si scusarono della bischerata: "Si pensava di farti uno scherzo, non si pensava che tu ti facessi male..."

"M'avete fatto andà in bianco la prima notte di nozze con la mì Valeria... rospi!" disse con rabbia Primo. "Guarda, per scusarci, abbiamo deciso di compratti un nuovo letto di legno, anzi lo scegli te e la Valeria"

Quando lo dimisero, con la testa fasciata che sembrava un turbante, tornò al paese con la Valeria in taxi, pagato dagli amici. 

Andarono a casa, c'era la Filomena alla finestra: "O Valeria v'è morto Primo e avete preso il secondo? Ed è anco arabo?" 

La ignorarono... entrarono in casa e  salirono le scale. Armando aveva tolto i pezzi del letto e li aveva portati nel cortile di Primo e sul pavimento c'era rimasto il materasso.

Primo guardò il materasso poi Valeria. Scese di nuovo la scala e andò in cucina, prese una sedia ci salì e iniziò a picchiare con un martello sui travicelli che reggevano il pavimento della camera da letto.

Valeria si affaccio sugli scalini "O Primo che fai??"

"Siccome quello che si doveva fare la prima notte, porco giuda, si fa ora e subito su quel  materasso sul pavimento, voglio esse sicuro che un ci sia un travicello marcio.."

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Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta.
(Oscar Wilde)





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