giovedì 23 aprile 2020

La notte della Luna


Nel luglio del 1969 la missione Apollo 11 della Nasa portò, per la prima volta, l'uomo sulla Luna. L'attesa in tutto il mondo era fortissima e anche in paese non si parlava d'altro.

Nei bar del paese c'erano discussioni accese tra chi elogiava gli americani e chi difendeva i sovietici. Le rivalità alla Coppi e Bartali si replicavano nella corsa alla Luna.

Erano i tempi in cui la Democrazia Cristiana governava e il Partito Comunista era all'opposizione. 

In paese le due fazioni erano ben rappresentate, sulla piazza c'era, da una parte, il bar del Circolo Operaio e dall'altra il bar del circolo Enal. 

Da un bar all'altro erano battibecchi e sfottò continui. Il clima era quello ben descritto da Guareschi nei suoi libri.

Ma, come sempre, le differenze politiche venivano superate quando in ballo c'era il bene del paese. Così le due fazioni lavorarono insieme per allestire nella piazza un palchetto con un televisore per permettere, anche a  chi non l'aveva in casa, di vedere l'epica impresa.

Si erano anche divisi i compiti in vista di una lunga notte per dare sostegno ai presenti. Davanti al Circolo operaio si arrostivano salsicce mentre davanti al Circolo Enal c'erano damigiane di vino. E in tutte e due i bar si andava di poncini.

Ci fu solo un momento di tensione quando Manrico uno degli esponenti della DC locale voleva mettere la bandiera americana davanti al palchetto. Subito i compagni del Circolo operaio gli si fecero davanti cercando di strappargliela di mano trovandosi davanti altri sostenitori di Manrico.

Si spingeva da ambo le parti: "Se metti la bandiera americana io vado a prendere quella sovietica e ci tappo il televisore!" Urlava Tarcisio che aveva fatto il partigiano. "Siete figli di Baffone! Intolleranti!" Urlava Manrico... "Stai zitto che tu pà era fascista!" Rincarava la dose Tarcisio.

La calma fu riportata tra le due fazioni da Sandrino, il barbiere, anarchico e che tutti rispettavano. Gli disse con voce calma che quella sera la politica dovevano metterla da parte e che doveva essere un momento di festa per tutti.

Evitato il focoso scontro fisico tra le due opposte fazioni, anche grazie alle salsicce e a qualche bicchiere di vino la calma ritornò nella piazza.

La sera dell'evento il cielo era stellato e la Luna illuminava i tetti e i vicoli del paese. La piazza, tranne quei pochi che avevano la televisione in casa, si era riempita di persone, chi si era portato la sedia, chi delle panche, chi rimaneva in fondo in piedi.

Spensero tutte le luci, compresi i lampioni appoggiandoci una scala e svitando le lampade per avere più buio possibile.

Di fianco al palchetto avevano montato due trombe della Geloso e un microfono che amplificava l'audio della tv. Infatti data la distanza e il piccolo schermo del televisore era più una radiocronaca che una telecronaca.

Quando partì la lunghissima diretta Andrea Barbato dagli studi di Roma disse: "L’uomo sta per violare il primo mistero dell’universo, sta per conquistare la Luna".

La voce di Tito Stagno e quella di Ruggero Orlando, i due giornalisti che commentavano le immagini,  rimbalzava sui muri delle case.

Noi bambini eravamo in prima fila accovacciati e con il naso all'insù a seguire su quello schermo luminoso curiose immagini in bianco e nero.

Le voci degli astronauti, quelle del centro di controllo di Houston si mischiavano a quelle dagli studi della Rai in una strana alchimia sonora.

La piazza tratteneva il fiato con gli occhi fissi sul piccolo schermo, c'era chi con un binocolo, reperto della seconda guerra mondiale rubato agli americani, guardava la Luna convinto di vedere l'Apollo e il Lem.

Al momento dell'allunaggio si sente un sospiro di sollievo collettivo e si alza un applauso fragoroso. Passarono ore prima che Neil Armstrong iniziasse la discesa della scaletta e dicesse la storica frase:" «Questo è un piccolo passo per l'uomo, e un passo da gigante per l'umanità.»

Qualcuno più per il vino che per la stanchezza si era addormentato su una panchina, qualcuno mentre la maggior parte dei bambini si era addormentata tra le braccia dei genitori compreso il sottoscritto. Ci risvegliarono per vedere la storica impresa.

Respiri trattenuti e appena il piede dell'uomo tocca il suolo lunare parte una gazzarra di urla, applausi, cappelli in aria e il parroco suona le campane. Un delirio...

Finita la diretta qualche brindisi nei bar, i democristiani e i comunisti, guardandosi in cagnesco smontano la tv e il palchetto,  la piazza si svuota lentamente con le persone che commentano animatamente la storica impresa. I lampioni li avrebbero rimessi a posto il giorno dopo.

Quello con il binocolo continua a sostenere di aver visto l'uomo che camminava sulla Luna e la bandiera americana che sventolava. "Te hai visto troppi bicchieri stasera!" commenta un altro.

Il paese torna silenzioso, nel cielo la Luna è ancora più luminosa. Il fornaio del paese inizia ad accendere il forno, esce con il garzone per prendere la legna dalla legnaia.

Il garzone guarda la luna e dice:"Stasera abbiamo conquistato la Luna!" 

Il fornaio che si chiamava Beppe guarda in sù, scuote la testa e gli dice:" L'abbiamo solo sporcata, non conquistata" 

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Ha da essere un poeta
sulla Luna ad allunare:
con la testa nella luna
lui da un pezzo ci sa stare…

Dalla poesia "Sulla Luna" di Gianno Rodari