martedì 28 aprile 2020

L'altra metà del mondo

Alla metà degli anni settanta in paese c'erano, come vi avevo già raccontato tre bar. I due circoli sulla piazza, quello Operaio e quello Enal gestito da Silvano. E il terzo, Da Beppino che si trovava in una zona del paese chiamata Cità.

Il paese, tradizionalmente, si divideva in due zone. Una parte più bassa, Cità, e una più alta, Castello che a loro volta si suddividono in altre zone.

Nella parte bassa: Sotto i poggi, dalla Buffina, Sotto le voltole, la Piazza (o San Michele perchè c'é anche la chiesa con intitolata al patrono) dove finisce la strada asfaltata.

Nella parte alta la Polla, il Pianello, il Tarsello, il Cavalletto, Sotto le voltole, Venezia collegata a Cità da quella che viene chiamata la Stretta.

Quello di Beppino, a gestione familiare, era bar, tabacchi, edicola e rivendita di bombole del gas e, prima dell'avvento dei cellulari, c'era il telefono pubblico perchè non tutti ce l'avevano a casa.

Davanti aveva un grande spazio verde in parte coperto da un pergolato di uva fragola. Lì c'era il ritrovo dei ragazzi e delle ragazze del paese perchè era l'unico bar con il juke box.

Entrando nel bar sulla parete di destra c'erano degli espositori che contenevano riviste, fumetti e giornali. In alto, coperti da una tendina nera, c'erano le riviste  e i fumetti erotici.

La tendina l'aveva voluta la moglie di Beppino, che tra l'altro era il maestro della filarmonica locale, perché si vergognava di quelle copertine osè.

C'erano un paio di scapoloni che ne compravano qualche copia ma quelle pubblicazioni non avevano molto mercato in paese. A volte veniva uno da un altro paese della montagna perchè i giornali li vendeva solo Beppino.

Si sedeva a un tavolo e quando non c'era nessuno nel bar o fuori chiedeva a Beppino il titolo della rivista e se lo faceva incartare nella carta gialla come se fosse stato un pezzo di baccalà. Poi con aria soddisfatta tornava a piedi al suo paese.

Ma quella tendina divenne l'ossessione di Renzino. Era un ragazzino di 15 anni ed era il garzone del bar e aiutava a portare le bombole del gas con un carretto spinto a mano nelle viuzze del paese.

Era piccolo di statura per la sua età, era di pelo rosso, con una manciata di lentiggini sul viso ed era figlio di una sorella di Beppino. 

Renzino nel bar poteva fare i caffè e i poncini, versare il vino, portare le bombole del gas ma Beppino gli aveva severamente vietato di avvicinarsi all'espositore delle riviste e dei giornali e tantomeno di aprire mai quella tendina.

Lui non aveva mai visto cosa c'era dietro e la curiosità era fortissima. Non riusciva a immaginare cosa nascondesse quella tendina. 

Anche se avesse voluto vedere, magari spostando la tendina, non ci arrivava per l'altezza e anche se magari con uno sgabello o una sedia ci sarebbe arrivato aveva paura di essere scoperto e quindi delle conseguenze.

Un giorno però le paure le mise da parte e mentre nel bar non c'era nessuno e lui spazzava il pavimento, e visto che Beppino era andato a montare una bombola e la moglie stava  cucinando il pranzo,  con il manico della scopa scostò la tendina.

Gli si aprì un mondo e la sua espressione doveva essere come quella dei tre pastorelli a Fatima quando ebbero la visione della Madonna.

Nel muovere la tendina con il bastone una delle riviste cadde a terra. Renzino la prese e se la infilò nei pantaloni proprio mentre arrivava Beppino.

Disse a Beppino che doveva andare in bagno. Entrò , chiuse la porta con il chiavistello e la tirò fuori. Sfogliò qualche pagina e diventò rosso come i suoi capelli. La piegò con cura e la rinfilò nel pantaloni dietro la schiena.

Di solito rimaneva al bar fino verso le 20, perchè Beppino non voleva che rimanesse la sera con tuti gli ubriaconi in giro. E anche quella sera andò a casa per cenare con la paura che Beppino si accorgesse della mancanza della rivista.

Arrivò a casa sempre con la paura di sentirsi chiamare da Beppino. "Renzinooo!! Torna qui subitooo!" così non fu, arrivò a casa, cenarono in silenzio poi disse a sua madre che andava a letto.

Entro nella sua cameretta, chiuse la porta, si spogliò mise la rivista sotto il cuscino, prese una lampadina tascabile e si tirò le coperte fin sopra la testa. E iniziò il suo viaggio alla scoperta di quel mondo sconosciuto.

Fu una notte agitata, sudori e pensieri oltre a sommovimenti nel basso ventre. Un suo amico, più sveglio di lui, gli aveva detto come si doveva procedere ma lui non aveva mai avuto una ragazza e toccarsi era l'unica cosa che conosceva.

Pensava a dove nascondere la rivista perché sua madre non la trovasse, e rimuginando sul da farsi si addormentò.

La mattina si alzò presto come sempre per andare ad aiutare Beppino ad aprire il bar. La rivista l'aveva ancora addosso, infilata nei pantaloni dietro la schiena.

Al bar Beppino aveva già acceso la macchina dei caffè e aperto la serranda. Quando arrivò salutò e andò a prendere scopa e pattumiera per spazzare il pavimento quando Beppino lo chiama: "Renzino, vieni qui!"

Il mondo gli crollò addosso... "Ha scoperto - pensò - che ho preso la rivista e ora lo dirà a mi mà"... e immaginava le ciabattate che la genitrice gli avrebbe riservato.

Invece Beppino gli disse che doveva portare una bombola alla Fernanda. Renzino tirò un sospiro di sollievo e andò a prendere la bombola, la caricò sul carrettino e partì verso la casa della Fernanda.

La Fernanda era un bella donna di 40 anni che non si era mai sposata ma che aveva avuto e aveva storie di un giorno o di pochi mesi. 

Era preda ambita dagli scapoloni e non solo del paese. Ma era lei che sceglieva e non aveva timori a mandare a quel paese, non solo a parole ma con qualche ceffone, quelli che diventavano insistenti.

Renzino arrivò a casa della Fernanda e portò la bombola, poi si mise a togliere quella vecchia e mettere quella nuova. La Fernanda era in sottana e ciabatte con un maglioncino bianco aperto davanti e un balcone in bella vista.

Renzino aveva ancora negli occhi le immagini della rivista e quella visione di prima mattina non collaborava a sopire il suo terremoto ormonale.

Mentre Renzino si china a spostare il tubo del gas la rivista spunta fuori dai pantaloni. La Fernanda la vede, la prende e Renzino tira un urlo e si tira su.

"Obbravo leggi queste cosacce?" dice la Fernanda sfogliando al rivista. Il volto di Renzino varia dal rosso al violaceo... e dice la prima cosa che gli viene in mente: "L'ho trovata in terra".

"Si e io ci devo credere? - dice la Fernanda - Pensi sia scema?"... "No - disse Renzino - non siete scema" .. glidava del voi, come usava darlo alle persone più grandi.

"Siete? Dammi del tu, non sono vecchia!" dice la Fernanda. "Non lo dite a  mi mà e nemmeno a Beppino... per favore." piagnucolò Renzino.

"Insisti... dammi del tu!"... "Scusa" disse Renzino.

"Ora sideti qui" disse la Fernanda spostando una sedia dal tavolino e sedendosi all'altro capo.

"Quant'è che leggi questa robbaccia" chiesa la Fernanda e Renzino gli spiegò tutto, che non le comprava e di come l'avesse presa.

La Fernanda pensò che era vero e gli disse: "Vedi Renzino queste riviste sono per chi non cerca l'amore ma solo soddisfazione personale." 

"Le donne - continuò - non sono oggetti da fotografare in pose. Le donne hanno bisogno di tante altre cose, non certo di chi pensa che siano animali da soma."

Renzino ascoltava a testa bassa e pensava che Fernanda avrebbe raccontato tutto a sua madre e le ciabattate sarebbero raddoppiate.

"Una donna ha il diritto di scegliere non di venire scelta. Quando sarai più grande e troverai il tuo amore devi trattarla con rispetto e dimenticarti queste foto, questa porcheria."

Renzino ascoltava le parole di Fernanda senza fiatare... "Intanto non dirò nulla a Beppino e a tu mà" continuò la Fernanda "Ma promettimi due cose: che questa rivista la farai sparire e che tratterai le donne come se fossero un fiore."

La Fernanda continuò:" L'amore, quello vero, vive di continue attenzioni, come un fiore. Lo devi curare, annaffiare, proteggere ogni giorno. Solo così l'amore durerà, promettimelo!"

Renzino era colpito dalle parole della Fernanda... prese la rivista e la tirò nel camino acceso, strinse la mano alla Fernanda "Promesso..." e tornò al bar.

"Ma quanto c'hai messo?" gli chiese Beppino.
"La vecchia bombola non si svitava... " disse Renzino mentre andava dietro il banco del bar.

Beppino si accorse dopo qualche mese della mancanza della rivista e pensò che qualche furbetto dei giovinastri del juke box gliele avesse rubata.

Renzino dimenticò per sempre la tendina nera, continuò a lavorare al bar, dopo qualche anno si fidanzò con una ragazza del paese e tutti erano stupiti di come fosse gentile e premuroso con lei.

Quando passavano mano nella mano sotto la casa della Fernanda e lei era magari alla finestra Renzino guardava su e ricambiava il saluto ricordando le sue parole... "L'amore è un fiore... proteggilo"

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Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo. Frida Kahlo