In paese c'era fino alla fine degli anni sessanta un fabbro ferraio. Si chiamava Sergio ma tutti lo chiamavano Calimero.
Verso la fine degli anni settanta c'erano due fratelli, Erminio e Santino, che dopo le medie avevano iniziato a lavorare con il padre che aveva dei campi e un paio di serre.
Un pomeriggio di un'estate del 1964, verso le due, fuori dal bar del Cro, su una panchina era seduto come tutti i giorni, Tarcisio detto l'Abate perchè era stato per qualche anno in convento coi frati.
C'è un luogo, sul sentiero che per anni i paesani, hanno percorso per recarsi al lavoro sulle cave che si chiama "Alla Croce".
Era nato, a settembre del 1940, settimino e il dottore aveva detto che sarebbe stato molto difficile che ce la facesse. Invece aveva smentito le previsioni superando anche gli anni duri della guerra.
In paese, nelle cucine di una volta, solo per le feste comandate si arricchiva la tavola con i tordelli, arrosti e qualche dolce casalingo. Negli altri giorni si mangiava roba semplice e quasi tutta di propria produzione.
Lo chiamavano Balù e dell'orso del Libro della Giungla aveva la corporatura e l'andatura dondolante. Non aveva mai lavorato un giorno in vita sua.
L'Odette era l'ostetrica del paese. Una donnetta minuta, di un'età indefinita, con capelli bianchissimi portati con una crocchia sulla nuca, come quasi tutte le donne mature.
Sono nato nel 1958 a Forte dei Marmi, proprio davanti al Fortino. In una casa d'angolo al primo piano dove, sotto, c'era un negozio di merceria che tutti chiamavano "dalle Neri".
Tutto il paese dormiva il sonno dei giusti, ma verso le tre di notte il silenzio fu interrotto da un urlo: "E' nato!!!". Era nato il primo figlio a Italo e Doriana.
C'erano dei riti, in quella piccola comunità montanara e contadina come quella del paese delle piccole storie che si ripetevano con il cambio delle stagioni. Oltre al lavoro nei castagneti c'era quello nei campi.
Un giorno di aprile del 1966 il parroco aveva affisso alla porta della chiesa un foglio in cui si annunciava una gita in occasione del Giubileo indetto da Paolo VI.
Il Primo Maggio, per molti paesani e sopratutto per i soci del Circolo Operaio, il Cro, era la festa più attesa. Era la giornata in cui si festeggiava dalla mattina alla sera con corteo e poi ballo in piazza e vino a volontà.
Di mio nonno Luigi, il ragazzo del '99, e di mia nonna Mabella vi ho già raccontato. Avevano avuto tre figli, due maschi, uno era mio padre, e una femmina.