lunedì 10 agosto 2020

Il primo martire

Fu un'estate caldissima quella del 1944. Non solo per le temperature ma anche per la situazione della guerra che è nella sua fase più acuta.

Gli Alleati liberarono Roma il 4 giugno, il 6 giugno era avvenuto lo sbarco in Normandia, l'Armata rossa avanzava velocemente a est. 

L'esercito tedesco, oltre ad essere impegnato su più fronti, deve anche contrastare le formazioni partigiane non solo in italia.

A Sant'Anna non sappiamo se e come arrivassero quelle notizie ma una testimonianza dice che Don Fiore Menguzzo, 28 anni, parroco alle Mulina ucciso dalle SS che salivano a Sant'Anna, aveva una radio trasmittente e la gente si riuniva in sagrestia per ascoltare Radio Londra.

La storia di Don Fiore, in un certo senso il primo martire di quel 12 agosto 1944, merita di essere raccontata:
Era nato a Cascina, nel Pisano, nel maggio 1916, divenne parroco delle Mulina alla fine del 1941, e nell’aprile 1943 venne inviato come cappellano militare in Grecia ed Albania. 

In seguito agli eventi dell’8 settembre, don Fiore, come centinaia di migliaia di altri soldati italiani, fu arrestato e finì internato in un campo di prigionia tedesco. 

Ammalatosi gravemente, venne in seguito liberato grazie all’intercessione della madre e dell’arcivescovo di Pisa. 

Rientrato alla sua parrocchia nel maggio 1944, si impegna per assistere i bisognosi e sostenere sia materialmente che spiritualmente le grandi masse di sfollati che in quelle settimane cercavano rifugio fra le montagne versiliesi, schierandosi sempre dalla parte dei più deboli. 

Nell’ultima decade di giugno, don Menguzzo, preoccupato per l’avvicinamento del fronte alla città di Pisa, dove vivevano molti dei suoi cari, li convinse a trasferirsi temporaneamente nella sua canonica, in attesa di giorni migliori.

Curò anche dei militari tedeschi feriti e gli fu lasciato un lasciapassare che assicurava che lui e la sua famiglia potevano rimanere nella canonica e che non gli sarebbe mai stato fatto del male ma, approfittando di questo qualcuno lo vide andare a Farnocchia probabilmente come staffetta partigiana.

Don Fiore entrato in contatto con la Resistenza locale, scelse di sostenerla attivamente, ricevendo dispacci e plichi, consegnando informazioni, e, forse, nascondendo armi in canonica per conto dei partigiani. 

Anche nei duri giorni della fine di luglio del 1944, caratterizzati da frequenti scontri fra tedeschi e partigiani attorno alla vicina Farnocchia, sulle alture del Gabberi e del monte Ornato, il parroco cercò di evitare il peggio alla popolazione civile.

Dal 3 agosto 1944 cambiò il modo di vedere il prete da parte dei tedeschi, infatti, l'8 agosto non riuscìa salvare due civili che vennero uccisi e venne portato a togliere pietre dalla strada dopo un attentato partigiano.

Lo storico Paolo Paoletti ha ritrovato negli archivi in Germania un documento tedesco del 12 agosto in cui si fa riferimento che in una chiesa furono ritrovate delle munizioni.

Ci furono solo due chiese che quella mattina vennero in parte distrutte: quella di Mulina e quella di Sant'Anna. 

A Sant'Anna, grazie ad una testimonianza di un tedesco, sappiamo che non c'erano armi mentre a Mulina si pensa che c'era stato tenuto un carico d'armi o di munizioni per un lancio sbagliato. 

Si pensa anche a qualcos'altro di compromettente, come una radio trasmittente che sicuramente il prete aveva perchè la gente si riuniva per ascoltare Radio Londra. Sicuramente c'era stata una delazione per mettere in cattiva luce il prete nei confronti dei Tedeschi. 

Si è voluto insinuare che il prete avesse portato la sua famiglia allo sbaraglio, ma un partigiano lo nega perchè afferma che si rivolse al prete per dell'alcool per un compagno ferito.

Il prete gli disse di ritornare la sera era il 3 o il 4 agosto, il partigiano ritornò e la sera fu il babbo del prete a dargli l'alcool e gli diede anche una forma di formaggio e del pane.

All’alba del 12 agosto 1944, tuttavia, un folto gruppo di SS, una delle tre colonne che poche ore dopo avrebbe scatenato la strage di Sant’Anna di Stazzema, raggiunse la chiesa di San Rocco. 

Non appena riconobbe i militari, don Fiore, allo scopo di attirare l’attenzione su di sé e proteggere gli altri, si gettò da una finestra e si lanciò a corsa per i boschi retrostanti: percorse poche centinaia di metri, tuttavia, i nazisti lo raggiunsero con una raffica di mitra. 

Nel frattempo, altri soldati penetrarono nella canonica e si lasciarono andare ad un massacro, in cui persero la vita tutti i suoi familiari.

Suo padre, Antonio Menguzzo, 65 anni, la sorella Teresa, vedova Colombini, di 36, la cognata Claudina Sirocchi, di 28, le nipotine Colombina Graziella Colombini, di 13 anni, ed Elena Menguzzo, di un anno e sei mesi: finito di uccidere, le SS dettero fuoco a tutto. 

Della famiglia Menguzzo si salvarono solamente la madre di don Fiore, Amalia, ed il fratello Amelio, fortuitamente partiti il giorno prima per far visita alla sorella Corinna, maestra elementare a Pescaglia.

Furono gettate bombe al fosforo e non fu ritrovato più nulla dei corpi dei familiari mentre Don Fiore fu ucciso sulla mulattiera e lasciato lì per giorni. 

Quando la popolazione ebbe il via libera dai Tedeschi per dare sepoltura al prete era troppo tardi per trasportare il corpo e lì venne bruciato con olio e nafta. 

Quando il fratello del prete ritornò a Mulina si mise a scavare nei resti della chiesa e si dice ritrovò soltanto un cucchiaino e un orecchino d'oro.

Trascurata dalle istituzioni fino ai primi anni ’90, nel novembre 1999 la figura di don Fiore Menguzzo ricevette infine le attenzioni del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che volle conferirle alla memoria la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Mentre Don Fiore e la sua famiglia venivano trucidati l'alba stava arrivando sui monti che circondavano Sant'Anna il paese era ancora addormentato tranne i pochi che avendo qualche mucca, gallina o conigli si erano già alzati per farli mangiare.

Tutti, uomini, donne e bambini, erano ignari di quello che pochi minuti dopo li avrebbe travolti. Intanto le SS iniziavano a salire tra i boschi di castagni. A un tratto nel cielo si vedono quattro razzi rossi da quattro direzioni diverse...