giovedì 6 agosto 2020

I partigiani sulle Apuane

Nel teatro di guerra versiliese dal 1994 al 1945 hanno operato diverse formazioni partigiane. Questa è la cronologia di quegli anni e i suoi protagonisti.
Resistenza in Versilia
1943
9-11 settembre: le truppe italiane, dislocate in Versilia  per la difesa costiera, si sbandano all’annuncio dell’armistizio ed i Tedeschi occupano il territorio senza incontrare alcuna opposizione.
Settembre-novembre:  si organizzano i primi nuclei di Resistenza, tra i più attivi quelli gravitanti intorno alla cellula comunista di Viareggio, a  Gino Lombardi in Alta Versilia e a don Alfredo Alessandri, parroco di Marignana (Camaiore). Nascono i CLN, vengono raccolte armi, indispensabili per dare inizio alla lotta armata, ed effettuati sabotaggi alle linee telefoniche e alle vie di comunicazioni.
4 dicembre: con alcuni compagni, Gino Lombardi effettua un colpo di mano nel  Municipio di Seravezza, asportando un ciclostile, poi utilizzato per la stampa clandestina.
7 dicembre: presso il cimitero di Lucca è fucilato dai fascisti il partigiano viareggino Trento Benassi.
1944
17 gennaio: sbarca in Maremma la giovane viareggina  Vera Vassalle, inviata mesi prima dal  CLN a Napoli per prendere contatto con i servizio d’informazione alleati. Due giorni dopo raggiunge la Versilia, dove opererà a capo della missione “Radio Rosa”.
18 febbraio: la Resistenza versiliese riceve il primo aviolancio alla Foce di Mosceta, nei pressi del Monte Pania.
25 febbraio: vengono arrestati diverse persone sospettate di appartenere alla Resistenza, tra cui alcuni membri del Fronte della Gioventù. Evitano la cattura i responsabili dell’organizzazione, Corrado Buselli e Tristano Zecanowski.
29 febbraio : a Ruosina (Alta Versilia) sfuggono alla cattura da parte dei repubblichini i patrioti Gino Lombardi e Piero Consani. Raggiunta la località montana Porta di Farnocchia, costituiscono la prima formazione partigiana della Versilia, i “Cacciatori delle Apuane”, con base presso la casa della famiglia Battistini.
4-5 marzo: nella notte vengono arrestati, in varie località della Versilia, sessantadue antifascisti e condotti in carcere a Lucca. Alcuni di loro subiranno sevizie e maltrattamenti da parte degli agenti dell’Ufficio Politico Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana. Molti dirigenti del movimento clandestino, tra cui Manfredo Bertini, riescono a sfuggire alla cattura.
18 marzo: vengono arrestati, a Viareggio e a Seravezza, Dante Lenci e Lorenzo Jacopi, rispettivamente responsabile e radiotelegrafista della missione radio “CROFT”, destinata ad operare nella Toscana settentrionale. Condotti in Alta Italia, Lenci sarà fucilato, mentre Jacopi riuscirà a fuggire ed a tornare in Versilia.
27 marzo: i “Cacciatori delle Apuane” riescono a sfuggire ad un rastrellamento nello Stazzemese con un’avventurosa marcia verso le montagne massesi.
16-17 aprile: per annientare i “Cacciatori delle Apuane”, autori di una serie di colpi di mano contro i presidi repubblichini, 170 militi della GNR, 50 della Decima Mas, 50 fascisti locali, 160 tedeschi della Divisione “Goering” compiono un rastrellamento in Alta Versilia.  Sul monte Gabberi muore in combattimento il partigiano Luigi Mulargia. A Ruosina e Pontestazzemese vengono incendiate le abitazioni di alcuni antifascisti e arrestate una quindicina di persone, tra cui i genitori e la fidanzata di Lombardi.
19 aprile: presso il cimitero di Massarosa sono fucilati dai repubblichini i partigiani Vittorio Monti e Domenico Randazzo, catturati sulle colline di Camaiore.
21 aprile: mentre si recano in Lunigiana per prendere contatti con la Resistenza locale, a Sarzana vengono intercettati da una pattuglia della GNR Lombardi, Consani e Ottorino Balestri. Segue una sparatoria nella quale cadono Lombardi e due militi fascisti, Consani viene ferito e catturato, Balestri riesce a fuggire e a tornare in Versilia,
Inizio maggio: la Resistenza si riorganizza,dopo lo sbandamento seguito alla notizia della morte di Lombardi. Sulle colline di Camaiore viene costituita la formazione “Luigi Mulargia”, al comando di  Marcello Garosi (“Tito”), un gruppo di partigiani si attesta sul monte Cavallo (Seravezza), agli ordini di Lorenzo Bandelloni, e un altro sopra il paese di Cardoso, guidato da Aristodemo Pierotti (“Pelle”).
5 maggio: a Sarzana viene fucilato Piero Consani, condannato a morte dal Tribunale Militare. Presso il cimitero di Lucca cadono davanti al plotone d’esecuzione i partigiani Ottavio Franchi e Agostino Pippi.
10 maggio: la “Mulargia”, in marcia verso la Lunigiana per costituire un’unica formazione con i partigiani locali, è costretta a rientrare in Versilia per un rastrellamento in corso nell’Alta Garfagnana. A Gorfigliano, in uno scontro tra pattuglie, cadono il partigiano Silvio Ceragioli e un milite fascista
12 maggio: la banda di Lorenzo Bandelloni si unisce alla “Mulargia”, con Marcello Garosi comandante, Guido Vannucci vice comandante,  Giancarlo Taddei commissario politico, Lorenzo Bandelloni addetto agli approvvigionamenti.
14 maggio: la “Mulargia” si sposta al Campaccio, località tra Pasquilio e il monte Carchio, dove Garosi incontra esponenti del CLN apuano. Viene decisa la fusione con i gruppi partigiani di Massa e Montignoso.

A Piazza al Serchio i fascisti fucilano il partigiano Alberto Galanti di Stazzema
16 maggio: la “Mulargia” attacca il presidio della GNR di Altagnana. Cadono alcuni fascisti, mentre i partigiani hanno alcuni feriti, tra cui il comandante Garosi e il suo  vice Vannucci.
17 maggio: il grosso della “Mulargia” si attesta agli Alberghi, località nei pressi del monte Contrario. Un reparto, agli ordini di Bandelloni, viene inviato nella zona del monte Altissimo, un altro, comandato da Giancarlo Taddei, sulle colline tra Camaiore e Massarosa.
18 maggio: il distaccamento di Taddei disarma i Carabinieri della caserma di Massarosa e, nei giorni seguenti, sono  sabotati alcuni ponti nell’entroterra di Viareggio.
4 giugno: la formazione massese “Silvio Ceragioli” stabilisce un accordo operativo con la “Mulargia”. I partigiani attaccano la Casa del Fascio di Colonnata (Carrara)
6 giugno: il reparto di Bandelloni viene attaccato dai nazifascisti, ma riesce ad evitare l’accerchiamento. Nel combattimento presso il monte Cavallo (Seravezza) restano gravemente feriti due partigiani.
7 giugno: un centinaio di  uomini della “Mulargia” attacca il presidio nazifascista di guardia ai magazzini TODT di Vinca (Fivizzano). Tre tedeschi restano uccisi, alcuni feriti, gli altri disarmati; quattro feriti anche tra i partigiani. Viene asportato un’ingente quantità di materiale.
9 giugno: in seguito alla trasmissione di  messaggi-radio, che lasciano prevedere un imminente sbarco alleato sul litorale tra Pisa e Marina di Massa, la “Mulargia” occupa il paese di Forno, base ideale per scendere su Massa e acuire il controllo della Via Aurelia, fondamentale via di comunicazione costiera.
10 giugno: un reparto della “Mulargia” attacca la caserma fascista di Santa Lucia a Massa
11 giugno: a Forno si svolge una riunione dei comandanti delle formazioni apuane, alla presenza di Oliviero Tilgher, rappresentante del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, durante la quale si discute di creare, nei giorni successivi, un comando unico, affidato a Garosi.
13 giugno: durante la notte, reparti tedeschi e della Decima Mas convergono su Forno, accerchiandolo. Per circa tre ore si combatte presso la chiesetta di Sant’Anna e la vecchia filanda, poi i partigiani sono costretti a ritirarsi. 

Tragico è il bilancio della giornata: una decina di partigiani caduti, tra cui il comandante Garosi, 56 uomini  fucilati presso il torrente Frigido, una donna e un bambino uccisi nella propria abitazione, un centinaio di persone rastrellate e deportate in Germania.
15 giugno: il movimento partigiano versiliese si riorganizza. Un centinaio di uomini si stabilisce sul monte Cavallo (Seravezza), agli ordini di Lorenzo Bandelloni e Ottorino Balestri: Giancarlo Taddei costituisce la “Nuova Mulargia” sulle colline di Camaiore, altri piccoli gruppi si attestano sul monte Gabberi e in Val Freddana.
18 giugno: preceduto dal messaggio-radio “Funerali di lusso” avviene un aviolancio sul monte Cavallo (Seravezza), recuperato dai partigiani della “Bandelloni”. Vengono paracadutati anche quattro italiani, agenti dell’OSS americano, della missione radio “Toscanini”, che opererà  fino alla liberazione.
25 giugno: la “Nuova Mulargia” disarma il presidio fascista di Montramito (Massarosa)
26-28 giugno: reparti tedeschi attaccano i partigiani della “Bandelloni” sul monte Cavallo e alle Cervaiole (Seravezza), presso il monte Altissimo. Nei combattimenti cadono tre mongoli e due alsaziani, disertori delle truppe tedesche unitisi alla Resistenza, e altri tre partigiani restano gravemente feriti. Una quindicina, tra morti e feriti, le perdite nemiche.
27 giugno: presso il comando tedesco di Compignano (Massarosa) viene ucciso il partigiano  Amos Paoli, catturato due giorni prima a Riomagno (Seravezza) e sottoposto a feroci torture.
29 giugno: è fucilato presso il cimitero di Lucca il viareggino Gino Del Pistoia.
2 luglio: i Tedeschi, avvertiti da un delatore, fanno irruzione nella casa che ospita la missione “Radio Rosa” nella periferia di Camaiore. Vera Vassalle e gli altri patrioti riescono a fuggire. Nei giorni seguenti i partigiani catturano e fucilano alcuni noti fascisti repubblichini.
7 luglio: a Tonfano (Marina di Pietrasanta), nella sparatoria seguita al tentativo di catturare un noto fascista, cadono i partigiani Dino Viviani e Vincenzo Nuti. Quest’ultimo muore all’ospedale di Pietrasanta, dove era riuscito a trascinarsi.
9 luglio: partigiani della “Bandelloni”, agli ordini di Aurelio Tonini, dislocati a Cerreta San Nicola (Seravezza), si scontrano con una pattuglia tedesca, che lascia sul terreno due uomini.  Nei giorni precedenti i partigiani, con la collaborazione del parroco e di alcuni paesani, avevano organizzato la distribuzione di cibo ai residenti e agli sfollati. Nei giorni successivi le SS operano un rastrellamento, ma i partigiani si spostano sulle montagne di Montignoso.
12-17 luglio: si svolgono combattimenti sul monte Cavallo (Seravezza) e nei pressi della Pania della Croce.
18 luglio: dopo un difficile lavoro organizzativo di Renato Bitossi (“Giulio”) e Alvo Fontani (“Paolo”), inviati dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, viene costituita la X bis Brigata Garibaldi “Gino Lombardi”, cui aderiscono tutte le formazioni versiliesi.  Schierata tra il monte Gabberi e il monte Ornato, la Brigata comprende tre compagnie di circa 120 uomini e un reparto, denominato XII squadra. Comandante è  Ottorino Balestri, commissario politico Alvo Fontani, addetto ai rifornimenti Lorenzo Bandelloni. La I compagnia, comandata da Guido Vannucci, si attesta sul monte Gabberi ,verso la foce di San Rocchino; la II, agli ordini di Giancarlo Taddei e con Sergio Breschi commissario politico, prende posizione presso Farnocchia; la III, al comando di Loris Palma (“Villa”), si schiera sul monte Lieto, mentre la XIII squadra, guidata da Oscar Dal Porto, presidia monte Ornato.
22-23 luglio: i tedeschi attaccano le postazioni della X bis Brigata, ma vengono respinti. Cadono quattro mongoli e due slavi, disertori di reparti tedeschi nei quali erano stati forzatamente arruolati. Altri sei partigiani rimangono feriti.
27-31 luglio: un grosso rastrellamento investe la zona occupata dalla X bis Brigata Garibaldi. Si combatte soprattutto sul monte Ornato e nei pressi di Farnocchia. Cadono i partigiani Italo Evangelisti, Pietro Rovai, Giuseppe Spinetti, Emilio De Ferrari, mentre Ada Baldi morirà giorni dopo all’ospedale di Camaiore. Diversi i feriti, una ventina le perdite tedesche.
1 agosto: terminato il rastrellamento, la X bis Brigata si sposta nel Lucese, zona situata nelle estreme propaggini delle Alpi Apuane meridionale tra i monti Acuto, Rondinaio, Prana e Pedone.
3-4 agosto: i partigiani fucilano due noti fascisti repubblichini. Vengono fatti saltare anche due ponti sulla strada per Arni.
8 agosto: i Tedeschi attaccano i partigiani della “Bandelloni”, rimasti sul monte Gabberi. Cadono in combattimento quattro partigiani, tra cui  Cristina Lenzini Ardimanni.

Nel Lucese viene deciso lo scioglimento della X bis Brigata e la costituzione di tre formazioni più snelle, secondo l’adesione spontanea dei partigiani. Nascono la “Marcello Garosi”, al comando di Giancarlo Taddei e con Sergio Breschi commissario politico, attestata sul monte Pedone; la “Gino Lombardi”-conosciuta anche come “Balestri” dal nome del comandante-, dislocata sul Prana, la “Bandelloni”, agli ordini di Lorenzo Bandelloni, alla Foce di San Rocchino.
Sulle colline di Massarosa e in Valfreddana operano già da qualche tempo le formazioni “Baroni”, “Vignali”, “Brofferio” e “Silvio Ceragioli”. Nella piana agiscono anche delle squadre SAP (Squadre Azione Partigiane), che, agli ordini dei CLN, svolgono attività di informazione, sabotaggio e raccolta di materiali.

13 agosto: sul Montemagno (Camaiore) viene attaccato un automezzo tedesco e sono uccisi quattro militari.
15 agosto: i partigiani attaccano automezzi tedeschi sul monte Quiesa, sulla strada per Lucca.
18 agosto: vengono fucilati due fascisti repubblicani, uno dei quali aveva tentato di infiltrasi nelle file partigiane.
28 agosto: a Gualdo (Massarosa), durante una missione esplorativa, cadono in un’imboscata, tesa dalle SS, Giancarlo Taddei, comandante della “Garosi”,  Ciro Bertini e Gustavo Rontani, elementi di primo piano della formazione. Taddei e Bertini restano uccisi, Rontani riesce miracolosamente a salvarsi.Comandante della “Garosi” viene nominato Alberto Cavalli (“Paolo”).
2 settembre: le truppe alleate attraversano l’Arno e puntano verso Lucca e la Versilia. Le formazioni partigiane attaccano le truppe tedesche, che ripiegano verso le postazioni della Linea Gotica.
3 settembre: in Val Freddana  un reparto della “Garosi” attacca automezzi tedeschi, uccidendo sette militari. Vengono comunicate dai radiotelegrafisti delle missioni “Radio Rosa “ e “Toscanini” importanti informazioni sui movimenti e sulle postazioni dei nemici.
4 settembre: pattuglie della “Garosi” e della “Balestri” si scontano con reparti tedeschi in Val Freddana e sulle pendici del Prana, dove, in località “Casa Bianca”, muoiono, per l’esplosione di un ordigno, i partigiani Domenico Dell’Aquila e Giuseppe Coli.
5 settembre:  la “Garosi” occupa i paesi di Torcigliano, Gombitelli (Camaiore) e Gualdo (Massarosa) e tiene sotto controllo la via che da Camaiore raggiunge Lucca, attraverso la Val Freddana, riuscendo a disattivare le cariche esplosive collocate dai tedeschi presso alcuni ponti.
7 settembre: la “Balestri” e il gruppo comandato dal Alberto Brofferio iniziano a scendere verso Lucca, raggiunta dagli Americani il 5 e già nelle mani dei partigiani dal giorno precedente.
9 settembre: nella campagna viareggino muore in combattimento Giuseppe Antonini, partigiano della “Canova”, una banda partigiana costituitasi da pochi giorni e che opererà al fianco delle truppe alleate lungo la costa.
10 settembre: missioni partigiane raggiungono il comando alleato nei pressi di Vecchiano (Pisa), dove concordano un piano operativo per la liberazione della Versilia. Nel tardo pomeriggio pattuglie inglesi entrano a Torre del Lago
11 settembre: cade in combattimento, presso Massarosa, il partigiano Giuseppe Barsottelli della formazione “Ceragioli”.
15 settembre: nelle prime ore della mattina truppe inglesi e partigiani della “Canova” entrano a Viareggio. Nei pressi del quartiere Marco Polo avvengono combattimenti, nei quali restano feriti cinque  partigiani. Lo stesso giorno la “Marcello Garosi” libera il paese di Stiava (Massarosa).
16 settembre: reparti della Força Expedicionaria Brasileira, appena entrati in linea,  liberano Massarosa.
17 settembre: durante la notte la formazione “Bandelloni” scende dalla Foce di San Rocchino ed occupa Camaiore.
18 settembre: nel pomeriggio i Brasiliani entrano a Camaiore e la formazione “Bandelloni “ si dirige verso Pietrasanta. Dopo un combattimento al Baccatoio, presso il cimitero urbano, nel tardo pomeriggio una ventina di partigiani e due carri armati americani entrano in città, dove giunge anche una pattuglia americana, di cui fanno parte pure dei volontari italiani aggregati alle truppe statunitensi. proveniente dalla via Aurelia. Nella notte giunge a Pietrasanta l’intera formazione e, il giorno successivo, le truppe alleate.
20 settembre: nel pomeriggio una pattuglia della “Garosi” effettua una ricognizione nel centro di Forte dei Marmi, che viene abbandonato dai Tedeschi.
21 settembre: gli Americani raggiungono Forte dei Marmi, dove entrano anche reparti della “Bandelloni”.
26 settembre: una pattuglia della “Bandelloni” dal monte Costa, situato tra Vallecchia e Seravezza, è inviata dal comando inglese in ricognizione nella zona di Basati, Giustagnana e Minazzana, frazioni della montagna seravezzina.
30 settembre- 2 ottobre: in questi giorni – c’è incertezza sulla data esatta- una squadra della formazione “Bandelloni” entra a Seravezza, attestandosi presso l’ex-Casa del Fascio. 
6 ottobre : reparti americani della 92 Divisione di Fanteria “Buffalo” giungono a Seravezza., tentando inutilmente, nei giorni successivi, di conquistare il monte Canala, che sovrasta il centro cittadino.
8 ottobre:  una quarantina di tedeschi circondano un distaccamento di partigiani della “Bandelloni”, dislocati nell’asilo di Ruosina (Seravezza). Si combatte per alcune ore, poi i tedeschi si ritirano. Sei partigiani rimangono feriti, una decina le perdite dei Tedeschi, che uccidono un civile affacciatosi sulla porta di casa al loro arrivo.
ottobre 1944 – aprile 1945la Versilia è libera dall’occupazione nazifascista, tranne alcuni lembi settentrionali, vale a dire le colline di Strettoia e del Monte di ripa, la cresta montana che dal Folgorito arriva all’Altissimo, il gruppo dei monti Corchie e Pania, con il paese di Arni. 
Le formazioni versiliesi vengono smobilitate,  tranne alcuni reparti della “Bandelloni” e la “Canova”, ribattezzata “Tigre”, che operano al fianco delle truppe americane. Dalla metà di novembre questa è rilevata dalla “Fulgor”, costituita da partigiani del “Gruppo Patrioti Apuani”, inviati oltre le linee del fronte.  Il 27 dicembre viene formata la compagnia “Ferox”, con il comando a Seravezza, poi il 16 gennaio la “Falco”, dislocata a Stazzema, tre compagnie che danno vita al Gruppo F3, rilevando, dal 14 febbraio 1945, i reparti della “Bandelloni”.
Durante i sette mesi della Linea Gotica tutti questi gruppi  partigiani svolgono un’importante attività di guida e d’informazione alle dipendenze del Detachement A del Forth Corp Detachement dell’Office of Strategic Service (OSS) americano.
Nell’offensiva finale i partigiani fanno da guida alle truppe alleate sui sentieri montani fino alla Bassa Lunigiana.
"E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, tra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo."

Salvatore Quasimodo

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