sabato 3 ottobre 2020

Il torneo di briscola


Quasi ogni mese uno dei due circoli del paese organizzava un torneo di briscola. Non c'era un montepremi in denaro ma, di solito, i premi erano salumi, vino, polli, o un maiale.
Un settembre sul finire degli anni sessanta il Cro, il circolo operaio, aveva organizzato l'ennesimo torneo a coppie. Avevano fatto dei manifesti che erano stati attaccati nei paesi vicini e anche nella piana.

Il montepremi vedeva come primo premio un maiale di settanta chili, ai secondi una damigiana di vino a testa, poi giù fino al sesto premio prosciutti, forme di pecorino, salami.

Il torneo si sarebbe svolto il sabato dal pomeriggio fino alla sera. Le iscrizioni erano state molte, circa una trentina di coppie da diversi paesi, e quindi il circolo aveva organizzato i tavoli anche sulla piazza.

In questo si erano scontrati con il parroco perchè temeva, a ragione, che i partecipanti al torneo non avrebbero recitato rosari ma una, e specialmente dopo qualche bicchiere di vino, una litania laica fatta di madonne e santi discesi dal Paradiso.

Ardelio e Fosco si erano iscritti al torneo. Erano due vecchi amici, ormai in pensione, ma che avevano sempre giocato a carte al Cro. E, vista la loro bravura, nei tornei erano sempre tra i primi.

E anche quella volta vinsero il torneo. Il maiale arrivò portato da un socio del circolo, tutto rosa e con un grande fiocco tricolore al collo.

Fosco non aveva un posto dove tenerlo mentre Ardelio ce l'aveva. Quindi lo portò a casa tenedolo quasi al guinzaglio conuna corda.

Ma nel tragitto la corda si slegò e il maiale si diede alla fuga.  Nel tentativo di acchiapparlo Ardelio finì in un fosso mentre il maiale si dileguava nella notte.

Ardelio tornò in piazza e raccontò a Fosco dell'accaduto. Decisero che il giorno dopo sarebbero andati a cercarlo sempre che i lupi quella notte non ne facessero una porchetta.

La mattina di buon'ora andarono a cercare il maiale nel bosco. Ma non era un'impresa facile, non è che un maiale lo chiami come un cane e quello arriva scodinzolando.

Quindi camminavano a un pò di distanza, ogni tanto si fermavano in silenzio e cercavano di sentire il minimo rumore, un grugnito, uno scalpiccio sulle foglie.

Dopo un pò Fosco chiamò Ardelio: "Ardè, ho trovo il fiocco!"... Infatti aveva trovato, appeso a un ramo di rovi, il fiocco tricolore. 

"Allora è passato di qui" disse Ardelio "Continuiamo a cercare!"... e ripresero il cammino.

A un certo punto sentirono un grugnito... poi un altro. Ardelio e Fosco si fecero dei segni come dire "E' lui!" si riunirono e andarono nella direzione da dove provenivano i grugniti.

C'era una fitta vegetazione di arbusti e rovi e cercavano di attraversarla abbassandosi e senza fare troppo rumore. Ma a un certo punto il grugnito fu ancora più forte e dalla macchia uscì non il maiale ma un cinghiale che, ad occhio e croce, era suli 150 chili.

Arrivò sbuffando e lanciando fischi come un treno a vapore. Ardelio fece in tempo a tirarsi di lato memtre Fosco fu centrato dal cinghiale che lo prese pieno nelle parti basse.

Il cinghiale continuò la corsa mentre Fosco era steso come morto. Ardelio corse verso di lui "Fosco!! O Fosco!!" ... Fosco urlava da dolore, tenendo le mani sopra i gioielli di famiglia, o quello che ne rimaneva.

Ardelio guardava se c'era sangue ma non ne vide, forse Fosco aveva preso solo una gran botta e si era salvato dai denti del cinghiale.

Aiutò Fosco, che imprecava, a mettersi in piedi "O Fosco, respira a fondo, è solo una botta, poi ti passa!"... "Mi passa una sega!! M'ha stiacciato i coglioni!"...

In quel momento sentirono dietro le spalle rami che si spezzavano e mentre si Ardelio si gira peer vedere quello che succedeve ecco arrivare di nuovo il cinghiale che questa volta li prende tutti e due nel didietro.

Volano qualche metro avanti tra rovi e arbusti mentre in cinghiale scompare un'altra volta. 

Pieni di spine e di graffi, doloranti si rialzano alla meglio e prima che il cinghiale possa tornare cercano di uscire da quella situazione riprendendo il sentiero verso il paese.

Arrivarono sulla piazza che era quasi mezzogiorno. Li soccorsero alla meglio con due cognacchini e qualche cerotto. 

Fosco lo portarono all'ospedale per controllare se i gioielli di famiglia fossero diventati solo un ricordo ma, per fortuna, era solo una grande contusione in una coscia e di striscio nei testicoli.

Si riprese ma per qualche settimana camminava a gambe larghe tra gli sfottò dei compagni di bevute: "Ti sei giocato il carico da 11, eh Fosco?"... "Avei il due e l'asso di bastoni ora un'hai nemmeno quelli!"...

Del maiale non si seppe più nulla. C'era chi diceva che l'avevano mangiato i lupi, chi lo aveva visto insieme ad altri cinghiali o chi diceva che qualcuno lo aveva trovato e senza dirlo a nessuno lo aveva rivenduto a un macellaio della piana.

Ardelio e Fosco ripresero anche a fare tornei ma dopo la brutta esperienza evitavano quelli dove c'era in palio un maiale vivo. 

"Il cinghiale è il maiale che difende i suoi prosciutti."
(Ramón Gómez de la Serna)