venerdì 27 marzo 2020

La strada della montagna


Nell'agosto del 1954 fu inaugurata la strada sterrata, poi asfaltata qualche anno dopo, in occasione di nuove elezioni, che dalla valle saliva fino al paese. 


Fino ad allora per scendere nella cittadina dove c'era il municipio, l'ospedale, la farmacia e vari negozi i paesani percorrevano una vecchia mulattiera nei boschi. 

Quella mulattiera i paesani la percorrevano a piedi o a dorso di mulo d'estate ed inverno, per andare all'ospedale a fare visita a qualche parente ricoverato, per andare a prendere le medicine o qualche certificato in comune , oppure in gruppo con una barella di legno coperta per portare all'ospedale un malato bisognoso di cure. 

L'arrivo della strada era un evento epocale per il paese. Giorni prima dell'inaugurazione avevano addobbato la piazza, dove finiva la strada, con tante bandierine di carta tricolore, un palco per le autorità fasciato con una grande bandiera tricolore realizzata con dei lenzuoli dalle donne del paese, organizzato un pranzo, sempre per le autorità, nel salone delle feste.

Il giorno dell'inaugurazione la mattina tutti si ritrovarono nella piazza e mentre la banda paesana suonava arriva, in una nuvola di polvere e preceduta dai ragazzini urlanti che sventolavano piccoli tricolori, la corriera anch'essa fasciata di tricolore con colpi di clacson e applausi scroscianti da parte della piazza. 

Dietro la corriera un fila di macchine scure diventate  color crema per la polvere sollevata dalla corriera, con le autorità a bordo, ministro compreso, la camionetta dei carabinieri e i motociclisti della stradale. 

Scendono e si dirigono verso il palchetto mentre la banda, non si sa perché, intona Rosamunda. Le trombe dell'impianto rilanciano i discorsi delle autorità che si succedono con parole roboanti, declamate con fervore oratorio. 

Finita la cerimonia alle autorità viene offerto un pranzo nel salone delle feste mentre per il popolino sulla piazza era stato allestito un banchetto con una gigantesca porchetta e damigiane di vino. Quindi panini con porchetta e vino buono a gratis per tutti. 

In paese non c'erano auto, ma cavalli, muli, asini e i paesani iniziarono a percorrere la nuova strada per scendere a valle, anche se qualcuno usava ancora la mulattiera. 

Un paio di mesi l'inaugurazione Silvano, il proprietario di uno dei bar del paese comprò una fiammante Fiat Topolino giardinetta con i pannelli di legno sulle fiancate. 

All'arrivo sulla piazza mezzo paese era lì ad aspettarlo. Silvano arrivò rombando e suonando il clacson a distesa. 

Non so se erano lì per vedere l'auto perché sapevano che Silvano avrebbe offerto da bere per festeggiare l'acquisto. Lo accolsero applaudendo e al grido di "Bravo! Bella!". 

Solo Felicione, un vecchio di 90 anni seduto su una panchina all'ombra, borbottava ta se e se, scuotendo la testa con un mezzo toscano tra le labbra: " Avete portato la peste in questo paese, il puzzo di quell'attrezzo infernale vi manderà tutti al creatore..."