mercoledì 23 dicembre 2020

Bruno e la Barbara


Come ogni anno a Natale mi regalo un paio di scarponi. Non ho calzature di altro tipo, uso solo scarponi. Ho dei Ladakh della Scarpa, un paio di Nepal de La Sportiva ma quelli che uso quotidianamente sono i Makalu, un modello della  Tecnica. 
Mi ci trovo bene e anche se quelli che ho comprato un anno e mezzo fa sono sempre in buono stato oggi sono andato a Pietrasanta dove da anni c'è un negozio specializzato in attrezzatura, abbigliamento e scarpe e  scarponi da montagna.

Per quanto mi riguarda, e per la vita che faccio, non ho bisogno di una grande guardaroba e comunque compro le cose che mi sono necessarie e utili. Ad esempio pantaloni da montagna e comodi, pile, poche camice, un paio di giubbotti pesanti.

Sulle calzature non cerco la "moda" ma la comodità e credo che spendere qualche decina di euro in più sia la cosa più giusta da fare visto che i piedi sono un bene prezioso.

E devo dire che non ho mai sofferto di "mal di piedi", calli o altri inconvenienti che secondo me derivano dal fatto che molti comprano scarpe solo per l'estetica e non per la funzione.

Ieri ho chiamato il mio amico Bruno che abita nella piana e gli ho chiesto se poteva accompagnarmi a Pietrasanta per acquistare gli scarponi.

Bruno ha detto che non c'era problema e che ci doveva andare anche lui per fare una consegna a un suo amico. 

Bruno ha 63 anni, lavora come elettricista per un impresa edile, è un cacciatore e, secondo lui, un grande giocatore di tresette.

Bruno negli anni settanta era uno di quelli che nelle manifestazioni era sempre in prima fila con fazzoletto rosso sul viso e che menava come un fabbro. 

Aveva girato un pò tutta la sinistra extraparlamentare  poi ha camminato sul filo del rasoio rischiando di cadere nell'abisso perchè si era "innamorato" della lotta armata.

Poi d'improvviso, per ragioni che non conosco e che non gli ho mai chiesto, si allontanò dall'impegno politico in prima persona. Ora si definisce "anarchico incazzato".

Quindi oggi è venuto a prendermi e siamo partiti per Pietrasanta. La sua auto è una R4 rossa, un pò anzianotta e con qualche cicatrice del tempo ma che lui non cambierebbe mai con un'altra.

Lui la chiama Barbara, e questo perchè all'epoca si era innamorato della brigatista rossa Barbara Balzerani e questo forse gli ricorda quell'amore impossibile.

Tra l'altro la Barbara è rossa ( la R4 intendo) e rossa era la R4 in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro.

Ora fate mente locale... Un militante di estrema sinistra, ovviamente all'epoca e non solo, conosciuto da Polizia e Carabinieri alla guida di un'auto ben nota. Questo per dire quanto io sia sprezzante del pericolo...

Arriva sulla piazza del paese e salgo. Bruno sta fumando il suo spinello d'ordinanza e dentro sembra di essere in una fumeria di oppio. 

Per chi conosce la R4 sa che i finestrini anteriori sono  come il terzo segreto di Fatima. Difficile aprirli se non si hanno conoscenze extrasensoriali...

Scendiamo verso Camaiore e prendiamo la Sarzanese verso Pietrasanta. Un traffico che sembra di essere dentro un esodo ferragostano e si procede a passo di lumaca.

Parliamo del più e del meno e gli dico: "Certo che se ci fermano con questa R4... scusa con la Barbara... due barbuti, con un afrore di marijuana addosso, è capace ci fanno aprire il bagagliaio e trovano il cadavere... " Non finisco la frase che lui dice: " Il cadavere ce l'abbiamo!"

"Bruno?? Che cazzo di cadavere??" mentre sto pensando se lanciarmi, vista la velocità ridotta fuori dalla R4 prima che davvero ci portino alla pensione San Giorgio a Lucca. San Giorgio è il carcere per chi non è pratico...

"Il cadavere caldo, caldo ..." dice Bruno tirando una boccata che sembra la nube di Chernobyl... "Bruno un fare segate... che c'è nel bagagliaio??" dico io.

Mi guarda e sorride... "C'è quello della mì socera..." ... La socera di Bruno è insopportabile ma pensare che l'abbia ammazzata con una fucilata non credo proprio... ma perchè ho questa sensazione di essere finito in una situazione di merda?

In pochi secondi mi passano nella mente le immagini di un posto di blocco, il carabiniere che apre il portabagagli e viene inondato da un fiume di sangue come la scena dell'ascensore in Shining..

"O scemo! Che stai a pensà?? - dice Bruno - C'è un cinghiale a pezzi!! Lo devo portare a quel mio amico che sta a Pietrasanta, glielo avevo promesso per Natale"

Non so se picchiarlo con il cric della R4 per lo spavento che mi ha procurato o essere sollevato... Ma poi penso che non è che siamo salvi... 

Se ci fermano per un controllo, a parte le mascherine che cmq abbiamo, sentono l'odore della Maria  e trovano nel bagagliaio pezzi di cinghiale ci arrestano per spaccio e braconaggio anche se è aperta la caccia all'ungulato..

Per fortuna siamo arrivati a Pietrasanta mentre io continuo a immaginarmi in una nuda cella del carcere intento a scrivere le mie memorie...

Scendo e vado verso il negozio mentre lui va a consegnare il cadavere. Davanti al negozio ci sono due persone in fila, mi metto in coda e mi accorgo di emanare un bel profumo... tant'è che il ragazzo davanti a me, un tipetto da climbing con capelli rasta, si gira e mi strizza l'occhio e mi dice "Robba buona, eh?"

Lo guardo con un  sorriso ebete... annuendo ma pensando a quel capocchia di Bruno e al suo spinello. Almeno m'avesse fatto fa un tiro...

Cerco di fare due tiri di toscano sbuffandomi addosso per miscelare gli odori tra tabacco e Maria... ma il risultato, giudicando, dallo sguardo della commessa mentre mi provo gli scarponi non deve essere stato dei migliori.

Pago, mi regalano un paio di calzettoni rossi, ci scambiamo gli auguri, saluto e esco. Vado sull'angolo ad aspettare Bruno che arriva dopo una decina di minuti.

Salgo in macchina, e tornaimo verso Camaiore. "Hai consegnato il cadavere?" gli domando... "Si, me lo ha voluto pagare e mi ha regalato anche due casse di vino, una è per te"... "E io che ho fatto per meritarmelo?" dico a Bruno... 

"Nulla, sei solo mio amico, no?"... lo dice mentre gira la testa verso di me e sorride.

A volte vorrei ammazzarlo di colpi... a volte lo vorrei abbracciare forte come il fratello che non ho mai avuto.

"Grazie... " dico toccandogli la spalla.

A Camaiore ci siamo fermati al forno e abbiamo comprato delle pizzette appena sfornate e un pezzo di focaccia di granturco. 

Poi abbiamo aperto una delle bottiglie e mangiato e bevuto nella R4 fermi nel parcheggio davanti allo stadio.

Quelli che passavano, molti carichi di pacchetti e pacchettini, ci guardavano strani. Due barbuti in una R4 che mangiano pizzette e tracannano alla bottiglia...

Ma, in fondo, io e Bruno siamo spiriti liberi e l'amicizia e l'affetto tra noi non si manifesta solo a Natale per convenienza o abitudine.

La nostra amicizia è come l'aria... c'è. 

Sempre.


1 commento:

  1. Non scrivi più da diversi giorni... peccato, perché leggere storie della garfagnana per me che ci vado in estate ogni anno è davvero bello
    quando tornerai a raccontarci di quei luoghi misteriosi ed affascinanti?

    RispondiElimina