mercoledì 9 dicembre 2020

Aspettami


Qui gli alberi sono fitti, dritti e alti, hanno dovuto gareggiare in altezza per guadagnarsi la luce, il sottobosco è costituito da strati di foglie cadute e muschi. è aprile ed il sole è insolitamente caldo per questa stagione.
Un sentiero che dal paese sottostante raggiunge  i campi coltivati sull'altro versante salendo attraversa la selva.

Ugo sta cammina lungo il sentiero, ha lasciato il suo campo e sta scendendo verso il basso, è un uomo di sessant'anni ma ne dimostra di più, ha il volto rugoso ed il colorito scuro di chi ha sempre lavorato all'aperto, sotto il sole delle cave di marmo.

Sulla schiena porta un sacco; è pesante poiché all'altezza della spalla lo tiene con tutte e due le mani, sulla spalla libera ha un tascapane liso, che gli arriva alla vita, da cui fanno capolino dei fiori bianchi, sono giunchiglie, le prime della stagione.

A gravare sui suoi passi non è il sacco che porta in spalla.

Poco prima di raggiungere il paese Ugo posa il sacco sopra un muretto e percorre un breve tratto d'uno stretto sentiero.

Apre il pesante cancello di ferro e sale il vialetto del cimitero, s'inginocchia davanti ad una piccola croce di ferro e sradica qualche piantina d'erba; è una piccola tomba che è recintata dalle sponde in ferro di un lettino. 

Li c'è la sua bimba persa tanti anni prima, ma come tutti quelli che muoiono giovani il tempo si ferma e lei è rimasta bimba per sempre.

Nel cuore di Ugo c'è una bimba contenta a cui la zia ha appena regalato un cappottino rosa dismesso da sua figlia.

Marta se l'era messo subito ed aveva cominciato a far piroette per tutta la cucina riscaldata dal grande camino.

Il padre era sceso in cantina risalendo col cuore in gola per le grida della figlia , aveva visto una fiamma che girava impazzita per la cucina e subito s'era accasciata sul pavimento.

Ugo cercando di spegnere quel fuoco gli s'era buttato sopra abbracciandolo e bruciandosi anche lui, ma era tardi.

E' un ricordo doloroso con cui ha imparato a convivere.

Toglie i fiori dal tascapane e li posa nel vasetto ai piedi della croce, un vasetto ricavato svuotando un grosso proiettile, poi con fare delicato, con piccoli colpetti della mano sistema la terra che le radici stappate hanno smosso e sussurra:

 "Aspettami, è solo questione di tempo ".

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