giovedì 11 febbraio 2021

Maggianti


Partirono dal paese nel pomeriggio lungo la mulattiera che scende a valle. C'erano per lo più uomini, qualche donna e un paio di ragazzetti. 
Portavano con se due lanterne perché sarebbero ritornati di notte.

Erano diretti a Viareggio per cantare il maggio ai villeggianti speranzosi di guadagnare un po' di soldi.

Soldi che servivano per sostituire il santo patrono di gesso perché quello che già c'era cadeva a pezzi. 

A parte i bimbi che avevano sempre un po' paura, la preferita da tutti i maggianti era sempre la storia di Giuditta e Oloferne e, in paese, per ascoltare il Maggio veniva gente anche dai piccoli paesi vicini. 

Scendevano portando in un sacco il fantoccio di Oloferne a cui Giuditta avrebbe tagliato la testa facendo uscire un fiotto di liquido rosso che altri non era che vino fragolino.

Vino che naturalmente lungo la strada fu affidato alla donna che era astemia e siccome era quella che anche alla messa aveva una voce che spiccava tra le altre aveva sempre la parte di Giuditta.

Quando arrivarono a Viareggio faceva buio. Al centro di una piazza si misero in cerchio e come sfondo un   lenzuolo tenuto dai due uomini che erano i più alti del gruppo.

Vedendo quella strana compagnia, nella piazza, si formo' un gruppo di villeggianti incuriositi che fecero cerchio attorno a quei personaggi con vestiti di scena cuciti in casa.

Poi come sempre accade la dove si vedono gruppi di persone altri curiosi si aggiungono.

Un ragazzetto con una cassettina di legno fece il giro degli improvvisati spettatori e raccattò un po' di soldini..

E così iniziarono a cantare il maggio.

Ma dopo poco la gente iniziò a ridere e fischiare. Non si sa da dove ma tra i maggianti cominciarono a piovere pomodori.

I maggianti scapparono inseguiti da chi rivoleva i soldi ma in testa a tutti ci stava il ragazzetto con la cassetta di legno che correva come una lepre.

Quando furono a metà strada controllarono quanti soldi avevano raccolto. Non abbastanza per comprare un santo di gesso nuovo di zecca...

Erano profondamente delusi perchè pensavano di vedere facce sorprese e di ricevere solo applausi. Così per consolarsi un po', un sorso per uno si bevvero il "sangue" di Oloferne...

Nei giorni dopo in paese si diceva: "E' andata così perché i signori non capiscono il maggio sono abituati all'opera". Non c'era altra spiegazione visto che nel paese in quegli anni ascoltare il maggio era una cosa gradita.


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