giovedì 3 dicembre 2020

La bimba dei papaveri


C'era un vecchio che in una grande città forse sarebbe passato inosservato, ma lì in quel piccolo paese era considerato un gran signore. 
Sua era la casa più grande, suo il gregge più numeroso e la terra su cui lavoravano e vivevano quasi tutte le famiglie del paese.

Non era ammalato però si sentiva stanco ed ogni giorno faceva sempre più fatica ad alzarsi, la sera quando se ne stava da solo nella grande casa e tardava a prender sonno pensava che non sarebbe vissuto ancora per molto.

Si chiedeva a chi avrebbe lasciato ciò che aveva ereditato da suo padre, ed aveva impiegato molto del suo tempo per renderlo così com'era.

Fu così che messosi d'accordo con il prete del paese; unico testimone delle sue elemosine, finse di partire per un viaggio ed in seguito ad un incidente, ritornare in paese chiuso in una bara per avere un finto funerale.

Quando arrivò il giorno stabilito, il vecchio indossò un saio di ruvida tela e si calò il cappuccio e camminò a fianco del corteo facendo avanti e indietro lungo il ciglio della strada.

Vide lontani parenti che non vedeva da tanti anni, arrivati con famiglia chi sa da dove, nella speranza d'ereditare qualcosa.

"Amici" che si guardavano in cagnesco per timore che all'uno fosse lasciato più che all'altro.
 
Solo i contadini, ultimi nel corteo erano indifferenti, tanto morto un padrone ne sarebbe venuto un altro, e per loro la miseria avrebbe avuto lo stesso sapore amaro.

Su nessun viso vide il segno di una lacrima, cosa della quale non era sorpreso.

Con un notevole distacco dal non troppo triste corteo camminava una bimba, teneva in mano qualche papavero ed ogni tanto si fermava per raccoglierne altri lungo il ciglio polveroso. 

La piccola stava piangendo come solo i bimbi sanno fare. 

"Perché piangi?" le chiese il vecchio.
"Perché un giorno m'ha raccontato una storia ed ora non lo farà mai più".

All'ora l'uomo si ricordò: era una giornata calda ed umida, un suo contadino era morto e lui andò in visita alla famiglia.

Lasciando la strada ed entrando nella piccola stanza per un poco ebbe la sensazione d'entrare in un luogo fresco ,ma era un illusione dovuta all'oscurità dell'ambiente.

Al centro della stanza faceva spicco il candore di un letto su cui stava disteso un uomo con il vestito scuro; probabilmente lo stesso abito con cui s'era sposato. 

Lungo la parete stavano donne sedute sulle sedie che s'erano portate da casa, e recitavano il rosario.

Il vecchio guardò verso una porta socchiusa che dava sulla cucina dove una bimba stava seduta ed i suoi piedi nudi non arrivavano a toccare il pavimento.

Era sola e piccola ma sul volto aveva la seriosità di  un adulto; l'uomo le si avvicinò mentre la bimba rimaneva immobile guardandolo  con occhi severi.

Allora lui si sedette in basso, davanti a lei, sul soglio del focolare e non sapendo quali parole dire ad una creatura così piccola, iniziò a raccontarle una storia e la condusse in paesi incantati.

Due giorni dopo quella farsa di funerale il vecchio andò a cercare la bimba e la madre e le condusse con lui a vivere nella grande casa, in quella casa dove mai sarebbe potuta entrare se non come serva, mentre ora ne era divenuta la cosa  più preziosa. 

Alla sera, seduti nel grande salone, nell'incanto di quegli occhi dove tutto poteva avverarsi, quel vecchio  diveniva servo bastonato, fanciullo e capitano di velieri mai visti, capace di ridere e piangere.

Quando la bimba, impaurita da certe storie, afferrava la sua  grande e rugosa mano e poi rassicurata prendeva ad accarezzarla con mano leggera come l'ala d'un passero era come se gliela posasse sul cuore guarendolo d'antichi mali.


"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano." (Antoine de Saint-Exupéry)