L'Aurelia si addormentò per l'ultima volta in quel letto di ferro dov'era nata, aveva passato quasi tutte le sue notti compresa l'ultima. Le due cognate che entrarono al mattino perché avevano visto le finestre ancora chiuse, cosa insolita, si resero conto che Aurelia se n'era andata nel sonno.
Allora le due donne prima di aprir bocca con le vicine s'affrettarono a chiudere la porta e ci misero davanti pure un piccolo tavolo, quella porta che mai era stata chiusa con la chiave.
Si diressero le due cognate dell'Aurelia verso il vecchio e massiccio comò dove sul ripiano avevano sempre visto tre cofanetti.
Ma quando li apersero, uno dopo l'altro, rimasero prive di parole....
Nel primo c'era del terriccio leggero che sembrava misto a tabacco ma erano solo foglie o meglio piccole parti di foglie.
Anche nel secondo c'era un pugno di terra un po' più chiara con quelli che sembravano pezzetti di foglie prive di colore.
Pure nel terzo cofanetto c'era terra, una terra rossastra.
In silenzio le donne versarono sul ripiano del comò il contenuto dei tre cofanetti facendone un unico mucchietto, speravano che sul fondo, nascosto sotto la terra ci fosse qualcosa di valore ma non c'era altro.
Nel primo cofanetto Aurelia conservava un pugno di terra raccolto sui monti dove con la nonna andava a pascolare le pecore e dalla nonna imparava a ricamare mentre ascoltava tante storie.
Nel secondo c'era un pugno di terra che aveva raccolto nel prato in mezzo agli alberi dove con Giorgio aveva celebrato le sue nozze segrete, le sue vere nozze ed assieme alla terra conservava i petali ormai incolori della rosa che lui gli regalò.
Nel terzo cofanetto ci stava un pugno di argilla che aveva raccolto nella grotta dove durante la guerra, quando dal monte di fronte sparavano verso il paese, le persone andavano a rifugiarsi.
Aurelia non aveva foto ma in quei tre cofanetti conservava, la tenerezza, l'amore, la sopravvivenza .....
Cose che chi cerca oro non può capire.
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