La leggenda si svolge intorno all'anno mille, quando la Garfagnana non aveva un padrone ben definito, ma era tenuta in scacco da una folta schiera di signorotti. Signorotti che con un semplice "Qui c'è mio!" istituirono posti di blocco, pretesero obbedienza, pedaggi e contributi.
La leggenda difatti coinvolge uno di questi signori locali, tale Gherardo di Gottifredo signore delle Verrucole (personaggio realmente esistito) ed un essere mitologico fra i più belli in assoluto: il cerbiatto bianco.
Questo animale nelle leggende garfagnine lo sentiamo nominare solo due volte e ciò rende ancor più rara questa storia.
I racconti tradizionali garfagnini di solito sono infestati di lupi, orsi, buffardelli, l'Omo Verde, personaggi tipici alla conformità geografica della valle.
Il cerbiatto bianco invece è fuori da questi canoni e fa parte di quegli esseri dotati di forza magica, nella tradizione celtica sono considerati messaggeri dell'aldilà e secondo leggende sono creature impossibili da catturare e la caccia dell'animale da parte dell'uomo rappresenta la ricerca della sua spiritualità.
Si dice inoltre che coloro che riescono a vedere l'animale stanno per vivere un momento di grande importanza così come ci racconta questa leggenda ritrovata in manoscritti risalenti al XIV-XV secolo.
Sulle pagine di questo antico testo leggiamo che Gherardo di
Gottifredo signore delle Verrucole, durante una battuta di caccia, si imbatte in un favoloso cerbiatto bianco, che nelle leggende celtiche è spesso preludio di fantastiche avventure nell’altromondo.
Affascinato dalla sua bellezza, egli lo insegue a lungo e quando finalmente riesce a raggiungerlo, lo uccide.
In quell’istante, però, un cavaliere dalla sfarzosa armatura gli appare dinnanzi e, rivolgendosi a lui in maniera aggressiva, lo rimprovera aspramente per aver concesso al proprio nipote Lorenzo alcune terre che invece erano di sua proprietà.
Il misterioso uomo, che dice di chiamarsi Aldobrandino, minaccia di morte il signorotto locale per questo oltraggio, ma poco prima di mozzargli la testa decide di offrirgli la possibilità di riscattarsi.
Se infatti Gherardo, trascorso un anno esatto, si presenterà nello stesso luogo dell’incontro con la risposta ad una misteriosa domanda postagli dal suo avversario, potrà avere salva la vita.
La domanda del cavaliere è “Qual è la cosa che la donna desidera di più?”.
Gherardo dalle Verrucole accetta il compromesso e, terminata la caccia, torna al suo castello. Nonostante cerchi di non far trapelare i suoi pensieri, il nipote prediletto Lorenzo si accorge della sua preoccupazione e gli chiede quale mai possa esserne il motivo.
Gherardo risponde raccontandogli la sua avventura nel bosco e il timore di non riuscire a trovare la vera soluzione all’enigma, così il nipote decide di aiutarlo. Insieme partono all’alba, prendendo direzioni diverse per porre la domanda a più donne possibili.
Queste, però, rispondono dicendo che desiderano abiti lussuosi, un uomo valoroso che le sposi, oppure denaro e piccole soddisfazioni materiali; tutte cose che non convincono i due cavalieri.
Intanto l’anno trascorre velocemente e Gherardo, seppur abbia riempito due
grossi libri con le risposte di tutte le donne del feudo, non ne ha ancora trovata una che sia veramente soddisfacente.
Sulla via che conduce al luogo dell’incontro, in cui Aldobrandino lo attende, egli incontra una dama che cavalca un mulo, con un liuto appeso in spalla.
La donna, di nome Lodovica, è davvero terrificante, indescrivibilmente brutta, con la faccia tutta rossa, i denti gialli e storti, le guance enormi, gli occhi simili a quelli di un gufo e il corpo completamente deformato.
Ella dichiara che nessuna delle risposte che egli porta con sé è quella giusta, perché l’unica che conosce quella esatta è lei.
Tuttavia gliela comunicherà volentieri, a patto che egli le prometta di recarla in moglie al suo caro Lorenzo, in cambio del qual gesto potrà avere salva la vita.
Indeciso sul da farsi, data la tremenda bruttezza della dama, Gherardo torna di corsa al castello per confidare a Lorenzo l’accaduto.
Il giovane e splendido combattente accetta senza esitazione di sposare Lodovica, nonostante il suo brutto aspetto; così Gherardo, ripresa la strada per il bosco, raggiunge la dama per riferirle la decisione e ricevere la risposta.
Ludovica, allora, gli rivela che la cosa che la donna desidera di più è la sovranità. Il riconoscimento completo della sua sacra ed innata Libertà.
Recatosi da Aldobrandino, Gherardo risponde alla sua domanda, così l’uomo lo risparmia. Di ritorno al castello delle Verrucole vengono subito
messi in atto i preparativi per le nozze, che la sposa desidera ricchi di cerimonie e festeggiamenti, perché tutti possano conoscere e vedere con i propri occhi qual è stata la scelta di Lorenzo.
Dopo il matrimonio i due sposi si ritirano nelle loro stanze e Lodovica chiede gentilmente a Lorenzo di darle un bacio.
Il giovane non esita un momento e, anzi, dice alla sua sposa che non farà solo questo, ma adempierà pienamente al suo dovere di marito, giacendo amorevolmente con lei.
Ma non appena pronuncia queste parole, voltandosi verso la donna, scopre che al posto della tremenda dama ripugnante vi è la fanciulla più bella mai vista sulla Terra.
Sorridendo al cavaliere, Lodovica gli svela di essere stata vittima di un incantesimo, una maledizione terribile che si sarebbe spezzata soltanto quando un uomo fosse riuscito a guardare oltre la sua bruttezza e l’avrebbe sposata.
L’incantesimo però non è ancora del tutto spezzato e la fanciulla dice che solo per una metà del giorno potrà essere così bella, mentre per l’altra metà tornerà ad essere la dama ripugnante.
Spetta a Lorenzo decidere se la vorrà bella di notte, tra le morbide coperte, oppure di giorno, di fronte a tutta la corte; ma il cavaliere, dopo averci riflettuto, lascia a lei la libertà di scelta, l’unica che può scegliere per se stessa.
A tali parole la splendida dama esulta raggiante, poiché questa era la risposta che come d’incanto avrebbe rotto definitivamente il maleficio.
Riacquistata la sua sacra Libertà, Lodovica potrà rimanere sempre bella, come ella stessa desidera. E la sua Sovranità investirà dolcemente Lorenzo fino alla fine dei suoi giorni.