venerdì 5 giugno 2020

La conquista del tempo


Quando vivi in montagna lontano dalle cosidette comodità della vita ti accorgi di quanto sia importante una cosa che non si vende, che non si compra su Amazon e che hai ogni giorno. Il tempo.

E allora la tua giornata inizia con il tempo scandito dai gesti quotidiani e non dall'orologio che non ho mai portato.

Ti alzi alle prime luci dell'alba, quando, dopo il silenzio della notte, gli uccelli iniziano a fischiare le loro melodie, prepari il caffè, scaldi il latte, affetti il pane, quello che hai cotto nel forno a legna. 

Apri le imposte per fare entrare la prima luce del sole e fai la colazione con caffelatte e pane spezzato in una vecchia tazza ricordo di mia nonna.

Dai da mangiare anche alla truppa composta da due cani, due gatte e un gatto.

Esci di casa, vai ad aprire alle galline, gli dai la razione quotidiana di mangime, due foglie di cavolo, le bucce della frutta. 

Di questi tempi la priorità sono i campi da coltivare anche perchè il taglio del bosco è sospeso. L'orto vuole l'uomo morto dice un vecchio detto contadino e in effetti lavorare la terra è dura.

Coltivo verdure, patate, pomodori un pò di mais. Non uso prodotti chimici ma solo concime di pecora o cavallo. A mezzogiorno sento i rintocchi della campana della chiesa e quindi torno in casa e mi preparo il pranzo.

Il pomeriggio, verso le due, due e mezzo, ritorno nei campi portando anche Bella e Camillo, i miei due cani. Ora che è la bella stagione rimango fuori fino verso le 20, finito di innaffiare torniamo in casa e si prepara la cena.

Poi un pò di computer, leggo le notizie, twitto, esco per dare qualcosa a Titù, la volpe, e a due gatti che sono nomadi e verso le 23 una doccia, mi siedo fuori a godermi il silenzio della sera, una sigaretta poi a nanna.

Abitare in montagna non è, come si potrebbe pensare, un divertimento. Ogni cosa va conquistata, con la fatica e il sudore. Qui devi prepararti la legna per l'inverno, per il camino e per la stufa.

Ora c'è anche l'erba da tagliare e preparare il fieno, la potatura degli alberi, curare l'orto e preparare la passata, le marmellate. 

Poi faccio la formichina e preparo delle buste con le verdure per il minestrone o le zuppe e le congelo. Il pane si fa una volta alla settimana, estate e inverno, magari qualche volta anche la focaccia o qualche dolce.

Allevo anche un maiale e anche lui ha bisogno di cure e attenzioni. Ho delle galline ovaiole che forniscono ottime uova, non ho conigli. 

Vivere a contatto con la natura, in mezzo al bosco, ti fa riscoprire odori, profumi, segui il cambiamento delle stagioni con le fioriture delle piante, il cambiamento di colore del bosco.

Impari a riconoscere i rumori, quello del tasso quando la notte passa dietro casa, quello dell'istrice, il verso della civetta, del gufo o del barbagianni.

Nel silenzio senti i caprioli che passano per andare verso la sorgente e , di giorno, puoi assistere al volo delle poiane o dei piccoli gheppi.

Arrivato a questo punto della mia vita non credo che potrei tornare a vivere in una cittadina, pur piccola che sia. Mi sentirei in gabbia, costretto a fare cose che non sento necessarie.

Come dicevo prima la più grande ricchezza che abbiamo è il tempo. E io posso gestirlo non esserne gestito. 

Posso decidere di andare a cavallo, o fare camminate su queste montagne, rimanere in ozio sotto un ciliegio e magari, ora che è la stagione, ogni tanto mangiarne qualcuna.

Qui è la natura che comanda. Comanda le stagioni e il tuo ritmo ma ti da in cambio tante cose. Vivere qui è anche fare i conti con i cambiamenti del clima, rischiare per una grandinata di perdere un bel pò di raccolto.

Prima di me e di altri generazioni hanno vissuto anche con meno di quello che ho e che abbiamo oggi. E allora sai che c'è sempre da imparare, su come sfruttare il poco e fregartene del superfluo.

Questa è la stagione dell'abbondanza. Di sole, di lughe ebelle giornate, di raccolti, di alberi carichi di frutta. Poi arriverà settembre. l'aria si farà più fresca e cambieranno colore gli alberi.

Le giornate saranno ogni giorno più corte. Sarà allora il tempo delle castagne, dei funghi, dell'odore del mosto, poi nizierà la lunga stagione dell'inverno.

E sarà bello, in quei mesi freddi, stare al caldo davanti al camino, guardando il mondo da uno schermo di un portatile, così vicino ma così lontano. Magari bevendo un bicchierino del nocino che faccio tutti gli anni.

Poi torneranno ad allungarsi le giornate, e riprendere il taglio del bosco, e vedere di nuovo la rinascita della vita nella natura, i primi crochi, i primi fiori.

In fondo per essere sereni e in armonia con quello che ci circonda basta poco. C'è solo bisogno di essere consapevoli di essere una piccolo granello di sabbia della spiaggia dell'universo.