Nella primavera del 1964 in paese arrivò Hollywood. Una mattina presto sulla piazza del paese arrivarono tre grossi fuoristrada.
Scesero degli uomini con valigette, macchine fotografiche e piccole cineprese mentre i pochi paesani presenti sulla piazza si domandavano chi fossero quei forestieri.
Uno degli uomini era il regista Carol Reed che stava facendo sopralluoghi per cercare i set su cui avrebbe girato un film su Michelangelo con protagonista Charlton Heston.
Erano già d'accordo con la ditta proprietaria delle cave sul Monte Altissimo che gli aveva messo a disposizione uno dei cavatori più vecchi ed esperti del paese che si chiamava Pietrino.
Intanto che il regista beveva un caffè nel bar e con l'interprete spiegava a Pietrino quello che voleva vedere gli altri scattavano foto alla corona dei monti che circondava il paese e all'Altissimo. Partirono con i fuoristrada e andarono verso le cave.
Pre quasi una settimana il regista e i suoi assistenti arrivavano la mattina, andavano alle cave, scattavano foto, facevano brevi filmati ( come raccontava Pietrino al sera al bar) e tornavano nel pomeriggio per andare a dormire in hotel a Forte dei Marmi.
Passarò un mesetto e ad aprile arrivò la notizia che alcune scene del film su Michelangelo sarebbero state girate sull'Altissimo.
La gioia dei paesani fu doppia quando seppero che sarebbero state scritturate delle comparse per interpetrare i cavatori di quel tempo e i popolani. E la gioia triplicò quando seppero che sarebbero stati pagati.
Era stato affisso un volantino in cui si diceva che sarebbero stati fatti dei provini per le comparse nei locali della scuola elementare e di presentarsi il tal giorno alla tal ora.
Il giorno stabilito quasi tutto il paese era in fila per fare il provino.
Nell'aula della scuola avevano messo un telo bianco e una sedia su cui gli aspiranti attori dovevano sedersi e dire nome, cognome, età, professione e fare qualche espressione seguendo le indicazioni degli assistenti del regista.
Dopo qualche settimana arrivarono le lettere ai prescelti con l'indicazione del giorno di inizio delle riprese. Poi venne uno da Roma a far firmare le liberatorie e i contratti su cui erano specificati orari e diaria.
In tutto erano stati scritturati una quarantina di paesani. Una trentina di uomini e una decina di donne. Poi nella sala delle feste del circolo ci fu la prova costumi.
Finalmente a giugno iniziarono le riprese. La mattina i paesani andavano verso le cave a piedi e si vestivano in una delle casette che i cavatori usavano per ripararsi dal maltempo.
Poi ore sotto il sole a provare le scene come la lizzatura di un blocco di marmo. Dopo qualche giorno arrivò sul set Charlton Heston reduce dai successi di Ben Hur con cui aveva anche vinto l'Oscar.
I paesani erano tutti curiosi di vedere di persona quello che qualcuno di loro aveva visto al cinema nella cittadina. Domè, Trento e Pacifico erano tre dei paesani che avrebbero dovuto fare la scena della lizza.
Scese da una jeep già con i costumi di scena... "O ragà ma è un gigante!" disse Domè ... In effetti Heston era alto più di 1.90 ... "Secondo me Michelangelo era più basso..." disse Trento... "Perchè te l'hai conosciuto..." disse ridendo Pacifico a Trento..."No, balordo - replicò Trento - ma da quello che ho sentito un'era tano alto"
Nel frattempo la troupe agli ordini del regista era prontaper girare, gli assitenti misero tutte le comparse in posizione.
Heston si mise in posa, in piedi con le mani sui fianchi, con dietro tutti i paesani pronti a fare la scena della lizzatura. Poi un attimo di silenzio e il grido del regista "Action!"
A quel punto tutti iniziarono a fare quello che gli avevano insegnato nelle prove di scena. Tutti tranne Domè che era rimasto impigliato con la calzamaglia in un ferro e cercando di divincolarsi era rimasto nudo come mamma l'aveva fatto.
L'urlo del regista squassò la valle e l'eco lo rimbalzò .. "STOPPPP!!" ... poi si alzò dalla sedia e indicando Domè all'assitente urlava frasi in inglese che sicuramente non erano complimenti al povero Domè.
Domè cercava di coprirsi i gioielli di famiglia come poteva e Trento gli diede il corpetto di cuoio del suo costume di scena.
Intanto Heston era stato portato al fresco sotto una tenda montata appositamente per lui.
Attorno a Domè si misero Trento e Pacifico e qualche altro paesano per fargli da schermo fino alla capanna dove avrebbe potuto almeno mettersi i suoi pantaloni.
Domè si scusava con l'interprete dicendogli che non era colpa sua, il regista continuava a imprecare agitando le mani in cui teneva il megafono. Dopo aver rivestito, con una nuova calzamaglia, Domè ripreso a girare.
Con Heston girarono per una settimana con lui che manteneva le distanze da tutti loro, a parte nelle scene del film. Ma loro erano contenti di far parte di quella storia.
Il film, che in italiano si intitolava "Il tormento e l'estasi" uscì nelle sale alla fine del 1965. I paesani che avevano partecipato al film come comparse ebbero l'onore di vederlo, gratis, in un cinema di Pietrasanta dove erano stati invitati dalla produzione italiana.
Per diversi anni nei bar del paese si raccontava l'esperienza di quel film che non ebbe molto successo ma che per chi vi aveva partecipato era stata un'esperienza indimenticabile.
Sopratutto per Domè che dagli amici del bar aveva ricevuto, qualche settimana dopo la fine delle riprese sull'Altissimo, un Oscar.
Non era proprio la statuetta americana ma piccolo fallo con realtive palle, intagliato da Trento nel legno, e pitturato di vernice dorata.
C'era anche la targhetta: " Al grande attore Domè che ha fatto vedere a Charlton Heston chi ha le palle per fare il cavatore". E da quel giorno Domè fu soprannominato "Palle d'oro".