La storia del paese o meglio del santuario di San Pellegrino in Alpe, diviso tra Toscana ed Emilia Romagna prende origine da un principe irlandese, unico figlio di re Romanus di Scozia e della regina Plantula, ai quali era stato preannunciato in sogno. Ancora quindicenne, asceta per natura e disdegnando i beni terreni, dopo essersi reso protagonista di prodigi fin dall'infanzia, lasciò le sue ricchezze e s'incamminò, vestito di soli panni da pellegrino, verso la Palestina per onorare il sepolcro di Cristo.
Passò 42 anni nel deserto, dove superò le dure prove messegli dinnanzi inutilmente dal demonio. Andò poi fin dal sultano per cercare di convertirlo al cristianesimo. Fece ritorno poi verso l'Italia per poter visitare la tomba di san Pietro e i luoghi sacri di Roma.
Poi, su invito celeste, si recò nella Selva Romanesca presso l'abbazia di Frassinoro sull'Appennino tra le province di Emilia, Toscana e Lombardia (cioè il dominio che fu dei Longobardi, compresa l'Emilia).
Decise quindi di rimanere in questa zona per vivervi da eremita fino all'età di 97 anni.
E' una "selva ombrosa", luogo inospitale, selvaggio, dove i suoi inverni sono spazzati da gelide nevi e le sue estati sono fresche e tranquille.
Questa zona della Garfagnana era conosciuta come Thermae Salonis, posta a 1525 metri d'altezza, terra di confine fra l'Appennino e la Pianura Padana.
Come ogni posto sconosciuto si immaginava che su questi monti si trovassero animali mitologici governati da forze del male e le forze del male si manifestarono proprio quando Pellegrino si stabilì in questo posto.
La lotta con il demonio da quel momento fu incessante, ogni sorta di tentazione veniva propinata al sant'uomo e proprio a queste tentazioni si rifà un antico rito che ormai si ripete da secoli proprio a San Pellegrino. Questo rito è conosciuto come "Il giro del diavolo".
La storia di questo rito, misto fra tradizione e leggenda, parte ben prima del 1110, anno in cui per la prima volta si cita in un documento la chiesa-ospizio di San Pellegrino.
Si rifà ad una vicenda reale e precisamente al fatto di erigere a scopo devozionale una chiesa dedicata all'ormai defunto e santo San Pellegrino (morto nel 643 d.C).
Naturalmente a quell'altezza reperire materiale per costruire la chiesa era quasi impossibile e allora il vescovo ebbe una bella pensata.
Impose ai fedeli che salivano ad onorare il santo di recare ognuno con se una pietra per la costruzione dell'edificio, oltre a ciò e in questo modo anche i peccati sarebebbero stati espiati.
Ben presto tutto il materiale fu raccolto senza ombra di spesa alcuna e il tempio (una caratteristica e massiccia costruzione medievale) sorse in ben poco tempo a sfidare i secoli, i rigidi inverni e gli sferzanti venti della montagna garfagnina.
Ma una volta ultimata la chiesa l'afflusso di pellegrini con il masso in spalla non cessò e chi vuoi chi non abbia un peccato da farsi perdonare?
Da allora i fedeli continuano a salire dal piano percorrendo talvolta anche quattro o cinque ore di strada a piedi, camminando per aspri viottoli e stradine disagevoli con una grossa pietra sulle spalle o sulla testa.
A quella che era diventata un'antica tradizione prestò si innestò la leggenda, il tutto per dare quell'aura di santità a tutta la vicenda e che in effetti non guasta mai.
Leggenda racconta che un giorno il demonio dopo aver provato vanamente in mille modi di tentare il santo per portarlo sulla cattiva strada, perse la pazienza e lo schiaffeggio impunemente.
La sberla fu talmente forte che Pellegrino girò per ben tre volte su stesso ed è proprio grazie a quell'episodio che in quel il punto percorso penitenziale è fra i più originali di tutto il panorama italiano.
Consiste nel compiere un pellegrinaggio portando sulle spalle o in testa un masso che andrà poi deposto nel luogo stesso delle tentazioni del santo non dopo aver compiuto però per tre volte (quanti i volteggi fatti dal santo) il giro del campo,che viene detto appunto "giro del diavolo".
Cosa da non trascurare ma da prendere eventualmente in considerazione è che il masso da trasportare può e deve avere grandezza variabile, più il peccato commesso da farsi perdonare è grande e più grande dev'essere la pietra da caricarsi in spalla.
Figuratevi un po' nel corso dei secoli in questa pietraia si sono accumulati migliaia e migliaia di sassi trasportati dai devoti, basterebbero a questo punto per
costruire un'altro santuario e il mucchio continua a crescere.
Rimane un unico dubbio quando capita di osservare la ormai famosa pietraia. Qualcuno di peccati grandi ne deve aver compiuti, ma talmente grandi che ci sono pietre tanto grosse da sembrar strano che qualcuno abbia potuto trasportarle fin lassù.
Voi vi chiederete dopo lo schiaffo del Diavolo quale fu la reazione di Pellegrino?
Dopo che il Diavolo lo aveva colpito duro Pellegrino si alzò dopo un po' con fatica e, benché minuto e inerme, ricambiò subito il ceffone con tutta la forza che aveva in animo e corpo.
Fu tanta la potenza impressa che il Diavolo volò sopra la Valle del Serchio e sbatté la testa contro le Panie. Neppure le montagne ce la fecero a trattenerlo.
L'orribile essere finì la corsa in mare, tra Viareggio e la Versilia. Nel punto esatto attraversato dal Diavolo, c'è una montagna delle Alpi Apuane che porta una grande apertura alla sua sommità.
Lo schiaffo di San Pellegrino ha dato origine al Monte Forato.
Se il diavolo non esiste, ma l’ha creato l’uomo, l’ha creato a sua immagine e somiglianza.
(Fëdor Dostoevskij)
(Fëdor Dostoevskij)