sabato 5 settembre 2020

Il baffardello


Come tanti paesi anche in quelli apuani vi sono leggende e racconti, alcuni dei quali oggi difficilmete reperibili, in quanto tramandati in forma orale. 
Era comune raccontare queste storie la sera intorno al fuoco e, d'altronde, la televisione (per fortuna) non c'era. 

Questi racconti hanno un fascino particolare, in quanto legati strettamente alle usanze della zona, o a curiose caratteristiche del territorio circostante. Una di queste storie è quella del Baffardello.

Il baffardello generalmente era indicato come un'ometto piccolo, un cinquantina di centimetri, barbetta appuntita e baffi e le mani bucate.

Un cappello a punta e c'è chi diceva vestito di rosso chi di verde per mimetizzarsi nel bosco. 

Altri lo descrivono come una specie di scoiattolo, chi con le sembianze di un gatto chi di un specie di uccello notturno.

Ma la caratteristica principale del baffardello erano i dispetti in casa e nella stalla. Mentre combina i suoi guai emette strani versi e ride sguaiatamente.

A volte il baffardello era usato come arma di dissuasione nei confronti dei bambini irrequieti creando, forse, anche traumi infantili: "Se uni stai bono chiamo il baffardello che ti porta via!". 

Ma da dove nasce il baffardello? Secondo la tradizione il baffardello avrebbe partecipato più di un milione di anni fa insieme a Lucifero ed Arael e mille altri alla detronizzazione di Dio.


Dopo tre giorni di strenue battaglie ebbe le mani forate da un fulmine e una pedata fortissima ricevuta nel dietro lo fece ruzzolare dalle soglie celesti e giunse così sulla terra.

Lucifero ed Arael furono relegati negli inferi,mentre egli magro e piccolino rimase nascosto e sconosciuto sulla terra a rompere gli occhiali ai preti,a far dispetti alle zitelle e marachelle varie ai contadini.

In alcuni casi si presenta con un turbinio di foglie di notevole forza capace di scompigliare fieno foglie è bene avvisare inoltre che ama la notte è infatti nelle ore più buie e silenziose che mette in pratica tutte le sue diavolerie.

Fra le vittime preferite vi erano i poveri preti,si racconta che in alcuni casi si accaniva ad esempio sull'aspersorio (lo strumento che il prete usa per benedire) spelacchiandolo tutto lasciando il manico d'ottone tondo e pelato.

Un parroco raccontava di quando se lo trovò durante la notte che gli girava intorno al letto cantandogli la messa da morto.

Mai però era dannoso nel vero senso della parola, era a ogni buon conto esasperante fino all'inverosimile.  

Lo sapeva bene quel contadino che trovava nella sua stalla le code delle mucche e i crini dei cavalli intrecciati.

O quei poveri marito e moglie che possedevano solo due vacche le quali una ingrassava a vista d'occhio,mentre l'altra deperiva quasi fino alla morte.

Ebbene si scoprì che il baffardello la notte toglieva il fieno dalla mangiatoia della vacca magra per darlo a quella grassa.

Agisce di notte e a volte ruba il vino nelle botti, butta all'aria il bucato steso, tira via le coperte, specialmente alle zitelle, dimena il letto, spegne le luci o sposta i mobili.

Con i bambini ha comportamenti diversi, alcuni li spaventa o tenta di soffocarli, specialmente i nenonati, ma avendo le mani bucate non ci riesce. Con altri li accarezza e addirittura si mette a dormire nel lettino con loro.

Per chi lo dovesse vederlo o sentirlo questo può essere un antidoto: mettete fuori dalla porta un ramoscello di ginepro,il baffardello impegnato a contare le bacche si dimenticherà della persona da molestare.